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Seconda puntata

In onda lunedì 1 febbraio 2010 alle 21.10

A Milano Khalidà comprende di essere di peso per la carriera di Agostino e decide di allontanarsi da lui e dall’amato figlio. La straziante separazione da Khalidà, il rapporto con il vescovo Ambrogio e la scoperta delle ipocrisie della vita di corte suscitano in
Agostino un tormento sempre più acuto, finché assiste, impotente, alla carica delle guardie dell’imperatrice contro i fedeli cattolici, tra i quali riconosce anche sua madre. La sua crisi giunge al culmine. Dopo una notte di angoscia e rimorso sente la famosa frase: "Prendi e leggi..." e, in un brano di San Paolo, trova la folgorazione e sotto gli occhi commossi della madre viene battezzato dal vescovo Ambrogio. Di lì a poco Monica morirà poco prima di ritornare a Tagaste.

Anni dopo la sua conversione, Agostino è diventato vescovo di Ippona. In questa veste convince il capo dei vescovi eretici donatisti ad indire un concilio che ponga fine al conflitto "fratricida" fra loro e i cattolici. Il vescovo donatista accetta solo a patto che la contesa venga arbitrata dal giudice Ilario, uomo incorruttibile e di provata onestà. Il concilio termina con la vittoria per i cattolici ma costerà ad Ilario la morte, ucciso da mano donatista. Solo ora scopriamo che il figlio di Ilario, è Fabio, quello stesso Fabio che si trova ora ad Ippona al fianco del tribuno imperiale Valerio, a contrastare l'esortazione alla pace del vescovo Agostino. Valerio è passato dalle parole ai fatti: si è posto alla testa di un gruppo di uomini in armi che tenteranno una sortita contro le truppe di Genserico che assediano la città. Prima di partire, Fabio rivolge un appassionato addio a Lucilla.

La spedizione si rivela un totale fallimento: i Vandali catapultano in città sacchi pieni delle teste di alcuni dei soldati di Ippona fatti prigionieri. Lucilla è sconvolta al pensiero di aver perso per sempre Fabio. Agostino decide di fare un ultimo disperato tentativo e, rischiando la propria vita, si reca da Genserico. Contro ogni previsione, riesce ad ottenere la libertà dei prigionieri in cambio
della resa della città. Malgrado ciò molti cittadini preferiscono affidarsi a Valerio e aspettare l'arrivo della flotta romana. Agostino decide comunque di restare a Ippona e ordina che le casse dei suoi libri vengano sbarcate dalla nave papale per far posto a quanti scelgano di lasciare la città. Tra questi, anche Lucilla e Fabio, che Agostino unisce in matrimonio prima della partenza. Quella sera stessa la flotta romana viene completamente sconfitta e i Vandali invadono Ippona, mentre sulle mura in fiamme della città che Dio gli ha affidato Agostino vede allontanarsi la nave papale, con i suoi concittadini in salvo.

Mesi dopo, fra le rovine di Ippona, vediamo un bambino inoltrarsi nello studio saccheggiato del vescovo e cominciare a sfogliare uno dei suoi libri. Oggi l'esercito vandalo non esiste più. L’impero romano è solo un ricordo. Ma i libri di Agostino sono letti in tutto il mondo.

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