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Ma che bel castello...

in onda domenica 28 aprile 2013 alle 13.25

Ma che bel castello… con le guglie, i merli, il cattivo e la principessa, i cavalieri buoni, il cavaliere nero, le prigioni e i luoghi di tortura, i contadini tartassati. Questa è una immagine gotica nata in epoca moderna per qualificare il medioevo come periodo oscuro. Per giunta si tratta di racconti nati per descrivere castelli distrutti e come tali illeggibili. La fortuna dell’Italia è che molti castelli sono tuttora intatti e quindi decifrabili. E piacciono moltissimo.

Questa settimana Passepartout compie un giro in alcuni castelli, tra Trentino Alto Adige e Veneto, alla scoperta delle loro storie, leggende, personaggi e funzioni originarie: il Castel Thun, in Val di Non, forse il più vicino all’immaginario gotico sopradescritto; i castelli più prossimi a Trento, come quello di Claes, legato alla figura di Bernardo Clesio, personaggio fondamentale della politica del ‘500, principale organizzatore del Concilio, che  in qualità di principe vescovo dotò il castello cittadino detto del Buonconsiglio di una costruzione rinascimentale; il Magno Palazzo, riccamente affrescato da Dosso Dossi e Girolamo Romanino. E ancora, il Castello Rodengo, all’inizio della Val Pusteria, esempio di una centrale di piccola amministrazione, che aveva come scopo la gestione della giustizia minima, l’eventuale difesa e l’allevamento di un casato che forniva funzionari laici e religiosi per tutto l’impero; il Castel Wolkenstein nel territorio di Selva di Val Gardena, costruito attorno al XIII secolo, nel mezzo di un crepaccio di roccia dolomitica; il Castello di Andraz, nei pressi di Livinallongo, vera roccaforte a guardia delle Alpi, dove il vescovo-filosofo Nicola Cusano passò lunghi e sicuri soggiorni. Rovine di ieri e rovine di ieri mattina, con i forti militari della I guerra mondiale ad interpretare il ruolo di discendenti diretti di queste roccaforti del passato, dalle cui rovine spesso traevano origine.

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