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Gerusalemme desiderata

in onda domenica 17 aprile 2011 alle 13.20

Questo appuntamento si svolge in Israele. Philippe Daverio prosegue il racconto, lasciato la scorsa settimana, all’indomani della conquista di Gerusalemme da parte dell’imperatore Adriano che sancì la proibizione della città agli ebrei.

Il ragionamento parte da una curiosa scoperta, testimoniata da un quadro di Johanan Simon del 1949. La minigonna è stata in realtà inventata in Israele, forse già alla fine degli anni ’40, nei kibbutz, le unità socialiste di produzione agricola, per permettere alle donne di lavorare comode nel caldo deserto trasformato in oasi. Questo elemento di sorprendente modernità diventa per Daverio il pretesto per riannodare i complessi e controversi capitoli delle vicende di queste terre. Ripartendo nuovamente da molto lontano.

Gerusalemme è una città particolare, dai caratteri diversi e dalle fedi diverse: ebrei, musulmani, cristiani, copti. La questione è come si è arrivati a ciò, cosa è accaduto nei due millenni successivi alla distruzione del tempio che sancirono il passaggio temporaneo del centro del mondo a Roma. La Palestina dormiva l’elegante sonno bizantino, quando arrivò l’era di Maometto ed ebbe inizio l’incredibile espansione musulmana che in meno d’un secolo conquistò il mondo mediterraneo meridionale. Già sei anni dopo la morte del profeta nel 638 il califfo Omar, secondo erede del profeta, conquistò Gerusalemme. Per quattro secoli la città sarà musulmana, con gli ebrei riammessi in città a condizione d’essere distinti da un segno giallo sui vestiti, così come i cristiani erano distinti da uno azzurro. Questo periodo determina per grandi linee la nota Spianata delle Moschee. Del 685 è la Moschea detta di Omar, anche se fu costruita dal suo successore. La famosa cupola della roccia, contiene la pietra del sacrificio d’Isacco, il luogo dell’apparizione dell’Angelo a Davide, che è anche quello dove Maometto è asceso al cielo sulla mula Burak. La Spianata è davvero un luogo magnifico, una collezione di pietre e di capitelli fenomenale, un riassunto di tutte le estetiche del luogo, una grande contaminazione culturale. Vi permangono senza conflitti estetici tracce di architettura bizantina, d’oriente e d’occidente.

Si guarda poi anche ad altri importanti centri della regione come Gerico, uno dei più antichi insediamenti dell’umanità, con reperti neolitici curiosissimi e con straordinarie tracce bizantine, strutture architettoniche possenti e mirabili mosaici. E poi Akko, quella che fu San Giovanni d’Acri, la capitale del reame dopo la caduta di Gerusalemme con quel che rimane della famosa Chiesa di San Giovanni attraverso tutte le varie stratificazioni successive. Città protagonista di una storia un po’ più contemporanea è Tel Aviv, fondata nel 1909 al confine di Jaffa, centro dei primi movimenti di ritorno degli ebrei nella terra promessa. Tel Aviv è una città moderna con un fantastico “bauhaus” locale, al pari di Haifa, dove confluiscono elementi architettonici modernisti, con evidenti segni di matrice Jugendstil.

Con l’apertura del canale di Suez e la nascita delle nuove grandi navi a vapore, il mediterraneo orientale sembra essere in grado di svilupparsi di nuovo con energia: cresce Alessandria d’Egitto, si formula una nuova vivace economia fra Istanbul e Atene e si rimette in gioco anche Gerusalemme perché fuori dalle mura nascono i quartieri nuovi. I russi ricevono un intero appezzamento, dopo la guerra russo turca, regalato dal sultano come risarcimento, e ci impiantano il loro collegio e la loro chiesa. Gli italiani costruiscono il loro ospedale, mentre dall’altro lato si sistemano i tedeschi. Gli inglesi fanno la loro chiesa ovviamente anglicana e gotica. Lentamente nasce una nuova linea di orizzonte dove ogni pezzo di collina rappresenta il villaggio di una identità. È l’immagine nuova di una città, che oggi torna vivace perché le gru non ci sono solo a Shanghai.

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