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Grandeur Export

in onda domenica 12 giugno 2011 alle 13.25

Una mostra monumentale, “Louis XIV l’homme et le roi” alla Reggia di Versailles, racconta la figura di Luigi XIV, il monarca che regnò più a lungo in Europa, per ben 72 anni da quando salì sul trono ancora bambino sotto la tutela della madre Anna d’Austria e il governo del Cardinal Mazzarino, fino a quando morì nel 1715.

In Luigi XIV convivevano esagerazione e rigore, gli elementi che insieme determinano il carattere e la psiche della grandeur. Con il suo regno la Francia diventò l’arbitro d’Europa, imponendo ben presto il suo stile presso tutte le corti d’Occidente.

La Francia diventò anche un paese intriso di un forte senso di teatralità, quasi un’emanazione diretta della cultura barocca del suo re che amava calcare direttamente i palcoscenici. Una teatralità di corte che trova anche nuovi sbocchi espressivi sul fronte urbanistico, ridisegnando il profilo architettonico di Parigi.

Si lavora così al Louvre, ripensato in grande con gli architetti Le Vau e Claude Perrault, che seguono coerentemente le linee guida del classicismo francese, e si sistema la sponda opposta della Senna, seguendo le volontà testamentarie del Cardinal Mazzarino.

L’architetto Mansart si occupa di progettare un altro edificio fondamentale della Parigi di quel periodo, l’Hotel des Invalides, destinato a tutti i soldati tornati feriti dalle battaglie.
 
Se sul piano statale e amministrativo il lungo regno di Luigi XIV non può prescindere dalle imponenti azioni governative di personaggi come il Cardinal Mazzarino e Jean-Baptiste Colbert, la vita culturale vede emergere grandi personalità quali Charles Perrault, scrittore di fiabe famosissime, fratello di Claude, l’architetto già citato, celebri drammaturghi come Croneille, Racine e Moliere, pittori come Charles Le Brun.

Fondamentale è anche la figura di André-Charles Boulle, che lavorò per Luigi XIV con la carica di ebanista del re contribuendo in modo significativo, in virtù di uno stile innovativo e di una tecnica nella lavorazione dei mobili tutta particolare, a trasformare il gusto barocco in una lingua francese dell’opulenza, come dimostra la recente mostra a lui dedicata dal Museo di Arti Applicate di Francoforte.
 
Ma il vero apice di questo nuovo gusto francese da esportazione si rivelò definitivamente nella Reggia di Versailles, dove nel 1682 Luigi XIV trasferì tutto: corte, armi e bagagli. Aveva allora 44 anni, l’età giusta nella quale ogni uomo sogna di farsi una casa propria. Solo che questa era di 67.000 mq, su 8000 ettari di terreno di cui 800 adibiti a parco, con alcuni edifici disseminati di qua e di  là.

Qui in una vita di corte regolata da una incessante etichetta, si elaborano tutte quelle nuove mode estetiche, culturali e mondane di cui presto il resto d’Europa si invaghirà, creando così l’immagine definitiva della grandeur francese da esportazione.

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