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Breve saga degli Hohenzollern

in onda domenica 4 settembre 2011 alle 13.25

Questa puntata affronta un argomento davvero speciale: un percorso dalla Svizzera alla Germania tra le casate che hanno dominato la storia germanica. Dai Lutzenburg agli Habsburg, agli Staufen cioè gli Svevi, agli Hohenzollern, un’occasione per attraversare più di mille anni di storia della Germania.

Il punto di partenza è nella Svizzera nord orientale, a San Gallo, nel cuore di quell’area che si estende fino ad Aquisgrana dove tutte queste casate hanno avuto la loro origine. Daverio rintraccia le fondamenta della storia tedesca andando a scovare i suggestivi ruderi e i resti degli antichi castelli di queste famiglie tra le colline e i boschi fiabeschi della Foresta Nera. Fino ad approdare al Castello degli Hohenzollern, che rappresenta la memoria più remota dell’avventura di questa casata, nata alla metà dell’XI secolo e che ha segnato le tappe più significative della storia tedesca fino alla I Guerra Mondiale. Una storia lunga e forse un po’ complicata anche per via dei suoi regnanti protagonisti molti dei quali si chiamavano Federico: il Grande Elettore Federico Guglielmo, che nel ‘600 fece grande se stesso, il Brandeburgo e la Prussia; Federico III, che in Prussia si autoproclamò re con il nome di Federico I; Federico Guglielmo I, attivo sempre in Prussia, Federico II il Grande, che trasformò la Prussia in una potenza europea, e che a Postdam presso Berlino fece edificare la sua “Versailles”, il Castello di Sanssouci.

A Berlino, il centro e il cuore del potere degli Hohenzollern e della Germania, la storia della famiglia scorre parallela con quella artistica della città. Così dopo il periodo di Federico II, la città conosce il neoclassicismo grazie al geniale architetto Karl Friedrich Schinkel, che coniugando classicità e razionalismo, tra rimandi all’Italia e al gotico, formula uno stile che è quasi identificativo dell’anima della città. Un’anima che si nutre anche di atmosfere cupe e malinconie crepuscolari avvistabili presso l’Alte National Galerie, ben rappresentate dall’angelo nero del Caravaggio o dai romanticismi sublimi e inquietanti di un Friedrich o di un Böcklin. Un’anima che accoglie nei propri edifici i successivi passaggi di mode e di stili, dai recuperi barocchi e gotici agli slanci decorativi più arditi fino ai citazionismi antichi e pompeiani, come nella Orangerie a Postdam. Un’anima che giunge al crepuscolo tra il 1914 e il 1918 con la fine del sogno pangermanico dell’ultimo regnante degli Hohenzollern, Guglielmo II, risolto con la disfatta politica e militare di quella che era la prima potenza economica europea. Una tremenda catastrofe che sarà solo il preludio di ciò che accadrà negli anni successivi.

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