Le dodici sonate di Antonio Vivaldi chiamate "Sonate di Manchester" non devono il loro nome a un qualche legame del compositore con la città inglese, ma a una peripezia grazie alla quale la Biblioteca Centrale di Manchester è oggi in possesso dei manoscritti. La scoperta della loro esistenza si deve allo studioso Michael Talbot, che nel 1973 ne rintracciò per caso le tracce durante una ricerca in quella biblioteca.

Queste sonate, che sono considerate dalla critica come una fonte di informazioni importanti sull'evoluzione dello stile vivaldiano durante il secondo decennio del sec. XVIII, sono contenute in un doppio compact pubblicato dall'etichetta francese Arcana nel 2009. L'esecuzione è affidata a Fabio Biondi, che utilizza un violino di Testore della metà del '700, accompagnato da un significativo numero di strumentisti che, nella realizzazione del basso continuo, consentono di offrire un'adeguata varietà timbrica e allo stesso tempo un corposo sostegno sonoro alle linee melodiche del solista: si tratta di Rinaldo Alessandrini, che alterna l'uso del clavicembalo a quello dell'organo, Maurizio Taddeo, al violoncello, Paolo Pandolfo, al contrabbasso, e Rolf Lislevand, che oltre ad accompagnare con tiorba utilizza in alcune sonate il timbro più brillante della chitarra barocca.