Pubblicato nel 2015 dall’etichetta Archiv, questo compact contiene in prima registrazione mondiale un’interessante opera del compositore Tarquinio Merula, figura rilevante nel processo di formazione dello stile e delle forme del primo Seicento italiano.

Merula – che si qualificò sempre come ‘cremonese’ ma di fatto nacque (nel 1595) nello stesso paese che avrebbe poi dato i natali a Giuseppe Verdi, ovvero Busseto – ricopriva la carica di organista e maestro di cappella nel Duomo di Bergamo quando, nel 1640, diede alle stampe “L’arpa davidica”.

L’opera, appartenente a un fecondo periodo creativo, deve il proprio titolo all’effige del re Davide che suona l’arpa, presente nello stemma dell’Accademia dei Filomusi, del quale il musicista era membro. Indicata come Opera XVI, l’Arpa davidica contiene dodici salmi a tre voci (estendibili a quattro in un paio di brani) con il basso per l’organo.

A questi salmi si aggiunge una messa concertata per il medesimo organico, che proponiamo in chiusura dell’odierno programma. Pregevole è l’interpretazione offerta da Giovanni Acciai alla guida del “Collegium vocale et instrumentale Nova Ars Cantandi”, composto dai cantanti Alessandro Carpigani, Andrea Arrivabene, Gianluca Ferrarini e Walter Testolin e dall’organista Ivana Valotti.