Nato nel 1908 ad Avignone, Olivier Messiaen rappresenta una figura del tutto singolare nell'ambito del XX secolo perché la sua musica esprime una personalità assolutamente originale che influenzerà quella futura (tra i suoi allievi saranno Xenakis Boulez e Stockhausen).

Durante l'attesa della nascita di Olivier la madre, la poetessa Cécile Sauvage, aveva composto la raccolta L'âme en bourgeron (L'anima in gemma), e a detta di Messiaen queste poesie segneranno la sua vita e addirittura il suo destino, dandogli nei confronti delle cose e dell'esistenza uno sguardo particolare, ricco di un senso di meraviglia perennemente attratto dal fascino dell'impossibilità.

Lo sguardo di Messiaen verso il mondo è anche profondamente spirituale, di una fede fondata saldamente sull'ortodossia cattolica; in modo più o meno dichiarato, tutte le sue opere sono ispirate all'aspetto religioso, come le Visions de l'Amen per due pianoforti che aprono il nostro programma.

All'indomani della prigionia (durante la quale nel 1941 il musicista aveva composto uno dei suoi capolavori, il Quatuor pour la fin du temps) nel 1943 Messiaen scrive questa composizione e la eseguirà lui stesso per la prima volta, nella Parigi occupata, insieme alla futura seconda moglie Yvonne Loriod; Messiaen esprime la sua spiritualità in un linguaggio ormai maturo, in sette quadri sonori altamente suggestivi.

Altra caratteristica peculiare nell'ispirazione di Messiaen è la tendenza alla sinestesia, (la capacità cioè di percepire un oggetto mediante più sensi contemporaneamente) che egli stesso così descrive: "...intellettualmente... anch'io vedo i colori - anche se solo nella mia mente - colori che corrispondono ai suoni. Tento di incorporare ciò nel mio lavoro, di trasmetterlo a chi ascolta... E' vero che io vedo colori, è vero che essi sono là. Sono colori di musicista, da non confondere coi colori del pittore. Sono colori che vanno insieme alla musica. Se provi a riprodurre questi colori su tela potrebbe derivarne qualcosa di orribile. Non sono fatti per questo, sono colori di musicista. Quello che dico è strano, ma è vero."; a questo particolarissimo linguaggio appartiene Chronochromie, lavoro orchestrale del 1959-60.

Lo stile di Messiaen, che egli stesso teorizza nel suo trattato "Tecnica del mio linguaggio musicale", si rifà a fonti assai diverse: dal canto gregoriano alla ritmica indiana, dalla metrica e modalità della Grecia antica ad un profondo misticismo, unitamente ad un amore viscerale per il canto degli uccelli, "supremi maestri musicali" di cui è anche un attento studioso.

Il mottetto per coro a cappella appartiene di diritto alla tradizione del genere sacro tanto amato da Messiaen; nel 1937 egli musica l'antica antifona su testo di Tommaso D'Aquino in onore del Santissimo Sacramento O Sacrum Convivium.

Messiaen vive la sua religiosità in modo viscerale, la sua percezione del divino è totalizzante e tanto incrollabilmente assertiva che per lui "Il peccato è l'oblio di Dio"; dal 1931 alla morte (1992) il compositore fu organista nella Chiesa parigina della Trinité; la sua produzione dedicata all'organo è di enorme importanza, e nella Apparition de l'Eglise Eternelle del 1932 si esprime la sua visione grandiosa della fede.

Nel 1995, in apertura del Festival dedicato a Messiaen proprio nella Chiesa della Trinité, di lui il Cardinal Lustiger dirà parole assai significative: "Olivier Messiaen... ha creato non solamente un nuovo genere musicale ma un nuovo genere liturgico dove l'opera per organo non è presente solo per accompagnare un'azione e coprire i rumori dell'assemblea... (l'organo) si fa percepire come la voce, oserei dire, di un concelebrante... che da sé stesso si aggiunge alla manifestazione della meditazione contemplativa, divenuta comunicabile alla folla in grazia del (suo) linguaggio estetico e della musica".


Olivier Messiaen: Composer, Organist and Teacher

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