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Chiara Banchini e l'Ensemble 415

in onda giovedì 29 novembre alle ore 6,00 (prima puntata)

Chiara Banchini e l'Ensemble 415 Per molti è un numero come tanti altri, ma chi pratica la musica antica lo conosce bene: il numero 415 indica le vibrazioni al secondo che corrispondono al LA, suono di riferimento per tutti i musicisti, nell'accordatura usata per la musica antica (mentre negli altri repertori, quando l'oboe dà il la all'orchestra per accordarsi, quel suono ha 440 vibrazioni al secondo); il 415 simboleggia così intonazione, suono, modalità della musica antica, e identifica anche un gruppo strumentale molto noto nel panorama internazionale: l'Ensemble 415.

La storia del gruppo è legata alla sua fondatrice, primo violino e direttore artistico, la svizzera Chiara Banchini, che dopo aver completato gli studi con Sandor Vegh esplora repertori e tecniche della musica barocca sotto la guida di Sigiswald Kuijken, divenendo una delle interpreti più apprezzate sulla scena internazionale ed una delle insegnanti più qualificate dei Centri per la Musica Antica di Ginevra e Basilea.

Nel 1981, come leggiamo nelle biografie, la Banchini sente il bisogno di colmare uno spazio vuoto nel panorama musicale svizzero e fonda la sua Orchestra, che rapidamente si afferma come una delle migliori formazioni barocche; il suo organico varia dai 13 ai 40 musicisti per i repertori orchestrali e si riduce a gruppi solistici per quelli cameristici, e l'ensemble si caratterizza per il suo approccio tecnico rigoroso e nel contempo per la morbidezza armoniosa del suono; nella sua attività ai molti concerti e alle registrazioni si aggiungono, anno dopo anno, numerosi premi.

"Con la splendida esecuzione dell'Ensemble 415 che irradia morbida spontaneità da ogni battuta... bisogna solo chiudere gli occhi per sentirsi trasportati in una calda estate romana"; questo il commento di "Gramophon", una delle riviste musicali più accreditate, all'incisione dell'opera 6 di Arcangelo Corelli, compositore che ha dato la sua impronta alla musica strumentale dalla fine del XVII secolo, rimanendo modello formale assoluto per molti anni dopo la sua morte avvenuta nel 1713; da questo disco del 1991, premiato con il Diapason d'Or, ascolteremo il Concerto Grosso in fa maggiore n. 6.

Un altro Diapason d'Or l'Ensemble 415 lo conquista nel '99 incidendo l'Armonico Tributo, raccolta con cui nel 1682 Georg Muffat ringraziava l'arcivescovo di Salisburgo per avergli permesso di compiere un viaggio in Italia, importantissimo per la sua formazione (a Roma Muffat aveva potuto conoscere Corelli, i suoi concerti e le sonate); l'eclettico compositore, le cui origini uniscono Savoia, Francia e Scozia ma che si considera tedesco, in queste Sonate di camera comodissime a pochi o a molti strumenti introduce la duplice possibilità di una esecuzione cameristica o orchestrale; la scelta di Chiara Banchini per questo Concerto n. 5 è mista, giustapponendo un gruppo strumentale più nutrito a tre solisti (due violini e un violoncello); con la brava violinista di Lugano troviamo due interpreti a noi ben noti, Enrico Gatti ed il violoncellista Gaetano Nasillo.

Johann Heinrich Weissenburg volle tradurre in italiano il suo nome, ed è infatti più noto come Giovanni Henrico Albicastro, curiosa figura di musicista la cui vita è suddivisa in due parti, prima dedita alla musica (nello stile anch'egli segue il modello corelliano) e poi, dal 1708, alla vita militare; ascolteremo un mottetto dal titolo Coelestes angelici chori per voce sola, qui il tenore belga Guy de Mey.

Del movimento iniziale del celebre Concerto per clarinetto il La maggiore KV 622 di Wolfgang Amadeus Mozart esistono alcuni frammenti autografi in sol maggiore destinati al corno di bassetto, strumento per il quale si ipotizza Mozart stesse scrivendo un Concerto; concludiamo il nostro primo incontro con l'Ensemble 415 ascoltando questo Allegro con il solista Gilles Thomè.

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