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PETROLIO IN ITALIA

Quanto petrolio e quanto metano si nasconde nel sottosuolo italiano?

Quella degli idrocarburi nel nostro paese è una storia lunga e tormentata. Comincia quasi un secolo fa durante il regime fascista con la fondazione dell’Agip. Il fascismo, nonostante la propaganda inneggiante alla modernità, non capì mai veramente l’importanza strategica dell’oro nero, fino a rimanere a secco durante il secondo conflitto mondiale.

Chi invece capì benissimo l’importanza e il futuro di petrolio e gas fu, nell’immediato dopo guerra, l’uomo cui era stato dato il compito di liquidare l’Agip, considerato un rudere del vecchio regime: Enrico Mattei. In pochi anni Mattei non solo non liquidò l’Agip, ma creò il gigante petrolifero italiano, l’Eni, e seppe anche immaginare e realizzare una politica per rifornire di energia a basso costo il paese in pieno miracolo economico.

Naturalmente gli idrocarburi italiani non potevano bastare ad alimentare una crescita così impetuosa come quella dell’Italia degli anni ’50 e 60. E, infatti, l’Italia fu costretta ad importare sempre maggiori quantità di energia dall’estero. Come è noto oggi dipendiamo da queste importazioni, in gran parte gas, petrolio e carbone per oltre l’80%.

Una bolletta energetica che ci è costata lo scorso anno 67 miliardi di euro. Ma torniamo alla domanda: che fine hanno fatto gli idrocarburi italiani? E quale ruolo potrebbero avere nel nostro futuro energetico?

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