Come il secondo, anche il terzo e ultimo appuntamento della rubrica Orchestre d'Europa dedicato alla
City of Birmingham Symphony Orchestra presenta un programma interamente diretto dal direttore d'orchestra britannico
Simon Rattle. Figura centrale nella crescita artistica dell'orchestra, Rattle è stato artefice - unanimemente riconosciuto - della trasformazione di quella che era un'orchestra di una città di provincia in una delle più famose orchestre sinfoniche della Gran Bretagna.
Ascolteremo ad apertura di programma il
Concerto per due pianoforti, percussioni e orchestra di
Bela Bartok. Si tratta della trascrizione orchestrale realizzata nel 1940 dall'autore della Sonata per due pianoforti e percussioni di tre anni precedente, composta a Basilea su richiesta di Paul Sacher.
La produzione artistica di Bartok degli anni Trenta è spesso considerata la fase 'neoclassica' del musicista ungherese, soprattutto per la maggiore maturità e il maggiore equilibrio strutturale delle composizioni. Dopo il Quartetto per archi n. 5 del 1934, la Musica per archi, percussioni e celesta del 1936, la Sonata per due pianoforti e percussioni prosegue la serie di composizioni caratterizzate dal tono lamentoso e macabro degli adagi, in forte contrasto con la vivacità ritmica dei passaggi più veloci, in cui il pianoforte esprime tutto il proprio potenziale percussivo.
La suggestiva scansione ritmica tribale è spesso realizzata prima dai timpani, seguiti poi dai pianoforti con frequenti scambi in passaggi imitativi che ricordano l'Hochetus, ovvero quella scrittura contrappuntistica usata nel sec. XIII dall'andamento spezzato e a 'singhiozzo', con brevi e frequenti interruzioni della linea melodica ottenute per mezzo di pause alternate tra le varie voci.
Tra il repertorio tardo romantico e del XX secolo approfondito da Simon Rattle e la CBSO hanno un posto particolare le opere di Jean Sibelius e di
Gustav Mahler. Di quest'ultimo ascolteremo il ciclo di sei lieder per tenore, basso e orchestra
Das Lied von der Erde (Il canto della terra).
Concepiti tra il 1908 e il 1909, dopo l'Ottava sinfonia, ciascuno dei sei movimenti mette in musica una delle antiche poesie cinesi tradotte e raccolte da Hans Bethges nel libro
Die chinesische Flöte (Il flauto cinese) pubblicato nel 1907. I testi, secondo l'abitudine di Mahler, furono rivisti liberamente dal musicista.
L'articolazione strutturale unitaria, la monumentale durata e anche il sottotitolo (
"Sinfonia per tenore, contralto e orchestra"), autorizza certamente a considerare questo ciclo liederistico alla stregua delle sinfonie del compositore di origine boema. La malinconia e la disillusione impregnano continuamente queste tarde pagine mahleriane, soprattutto nel finale, quando lentamente il precedente vitalismo orchestrale si spegne, come in una dissolvenza, in un lungo e introspettivo
pianissimo.
City of Birmingham Simphony Orchestra