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Orchestre d'Europa: London Symphony Orchestra (seconda puntata)

in onda domenica 17 luglio alle ore 16,00

Orchestre d'Europa: London Symphony Orchestra (seconda puntata) Bernard Haitink non è mai stato direttore principale della London Symphony Orchestra. Anzi, ha ricoperto questo incarico sul podio della 'rivale' orchestra britannica, la London Philharmonic Orchestra, per ben 12 anni, tra il 1967 e il 1979. Ma tra novembre 2005 e aprile 2006 il direttore d'orchestra olandese, insignito, tra l'altro dell'Ordine dell'Impero Britannico già nel 1977, ha realizzato con la LSO una notevole registrazione che comprende l'integrale delle sinfonie beethoveniane e il concerto triplo per pianoforte, violino, violoncello e orchestra. Ovviamente l'etichetta discografica è quella della London Symphony Orchestra, la LSO live.

Da questo ciclo di registrazioni ascolteremo nel secondo appuntamento dedicato London Symphony Orchestra nella rubrica Orchestre d'Europa la Sinfonia in fa maggiore n. 8 op. 93 e il Concerto per pianoforte, violino, violoncello e orchestra op. 56, noto come Triplo Concerto, di Ludwig van Beethoven.

Dopo le novità formali, espressive e musicali contenute nella Quinta, nella Sesta e nella Settima sinfonia, l'Ottava si presenta come un ritorno ai modelli di Haydn e Mozart, sottolineato dalla ricomparsa al terzo movimento del Minuetto al posto dello Scherzo. Altri omaggi al classicismo viennese si ritrovano nell'andamento a orologeria del movimento e il peso riservato al finale, elaborata ripresa del finale burlesco alla Haydn.

La 'Piccola sinfonia', come la definiva lo stesso Beethoven, non ebbe lo stesso successo della precedente sinfonia, ma dovette aspettare molto prima di essere riconosciuta come autentico capolavoro che, come risulta da un'attenta lettura, nulla concede a ripiegamenti verso il passato o a momentanei ripensamenti, per andarsi invece a collocare come alto esempio di umoristico vitalismo e di sottile gioco.

Composto tra il 1803 e il 1804, il Triplo Concerto appartiene invece allo stesso periodo della terza sinfonia. Mai nessun concerto aveva utilizzato assieme questi tre strumenti solisti, il pianoforte, il violino e il violoncello. L'intenzione di Beethoven era quella di comporre un pezzo nello stile concertistico parigino, più brillante rispetto al quello in voga a Vienna.

Ma il Triplo Concerto non ha avuto una fortunata accoglienza. Eseguito una sola volta durante la vita del compositore, ebbe poco spazio nelle stagioni concertistiche. Bisogna d'altronde riconoscere che non è facile riunire tre solisti disposti ad affrontare la difficile partitura, scritta da Beethoven per l'Arciduca Rodolfo, suo allievo di pianoforte a quel tempo, e per i due ottimi virtuosi a suo servizio, il violinista Carl August Seidler e il violoncellista Anton Craft. Nella registrazione che ascolteremo oggi i solisti sono Lars Vogt al pianoforte, Gordan Nikolitch al violino e Tim Hugh al violoncello.

Sempre alla bacchetta di Bernard Haitink è affidata anche l'esecuzione dell'ultimo brano del programma, la Serenata per orchestra in la maggiore n. 2 op. 16 , composta da Johannes Brahms tra il 1858 e il1859 e caratterizzata dal piccolo organico, particolarmente insolito per l'assenza dei violini.


London Symphony Orchestra

Barbican Centre

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