L'Olimpiade nascosta

Domenica 27 e lunedì 28 maggio su Rai1

Nel 1940 e nel 1944, in alcuni campi di prigionia, si svolsero clandestinamente Giochi Olimpici: detenuti di diverse nazionalità, a rischio della vita, tennero alta la bandiera dello sport e della civiltà di fronte alla barbarie nazista. La vicenda di questo film è di invenzione, ma vuole onorare quei fatti e gli uomini che ne furono protagonisti, il loro coraggio e il loro insopprimibile senso sportivo.

Nei campi di detenzione militari di Langwasser, Woldenberg e Grossborn, ai confini di Germania e Polonia, furono rinchiusi dai tedeschi prigionieri di guerra di numerose nazioni europee. E’ in questi luoghi, dalla fama triste per la durezza delle condizioni dei detenuti, che si svolsero nel 1940 e nel 1944 edizioni clandestine di competizioni olimpiche: la XII e la XIII Olimpiade, che ufficialmente risultano come non disputate a causa della guerra.
Nel Museo dello Sport di Varsavia è stata aperta una sezione per le Olimpiadi dimenticate.

“Visitare il museo significa imbattersi nella bandiera del ' 40, ormai smunta, ricavata da uno straccio e con i cerchi dipinti ad acquerello; nelle coppe ricavate dalle gavette; nelle medaglie di cartone; negli annulli postali realizzati in maniera fortunosa; nel gagliardetto circondato da filo spinato, che rappresentò il premio per un vincitore. E poi, vuol dire rivivere gli episodi. Infiniti. Commoventi. Erano vietate prove come il salto con l' asta, per timore di fughe; erano cassati gli sport di estrazione militare, come la scherma: si temevano sommosse. Ci furono persone che si misero a disposizione, come un parroco norvegese che procurava palloni e attrezzi per le gare e che dopo la guerra si incaricò di pubblicare le varie tesi di laurea redatte dagli internati, e veri e propri eroi, come Teodor Niewiadomski, morto negli anni 90, la mente dei Giochi 1940. Fece di necessità virtù: si inventò gli inni nazionali suonati di nascosto con un' armonica; introdusse il getto della pietra, non essendo disponibile un peso regolare; fece della corsa della rana, inflitta per punizione agli indisciplinati, una competizione in piena regola; mascherò con la biancheria stesa il campo di pallavolo” (Flavio Vanetti, Corriere della Sera, 23 marzo 2007).

La vicenda della fiction “L’Olimpiade Nascosta”, che Raiuno propone al pubblico anche in vista della prossima edizione delle Olimpiadi di Londra 2012, prende spunto da questi eventi dimenticati.

Il racconto del film è di invenzione, ma vuole onorare quei fatti e gli uomini che ne furono protagonisti, il loro coraggio e il loro insopprimibile senso sportivo.

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