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L'opera lirica: La Medium / Il Console

in onda martedì 10 aprile alle ore 21,00

L'opera lirica: La Medium / Il Console "Quando capiranno che il teatro è nella mia musica?"

Questa polemica frase di Gian Carlo Menotti (Cadegliano, 7 luglio 1911 - Monaco, 1° febbraio 2007) svela un aspetto preponderante nella personalità di quello che fu uno dei musicisti italiani di maggior rilievo, fino al 2007 tra i compositori viventi maggiormente rappresentati ed eseguiti in tutto il mondo.

Al teatro Menotti dedicò una gran parte della sua attività musicale e letteraria creando egli stesso i testi dei suoi libretti d'opera (scritti quasi tutti originariamente in lingua inglese).

Con "La Medium" - opera da camera in due atti datata 1946 - Menotti riporta in musica gli echi di una propria esperienza, quando nel 1936 partecipò insieme ad alcuni amici a una seduta spiritica: da qui le sue riflessioni sul mondo del paranormale e sulle aspettative dell'inconscio umano che ad esso si affida; nella trama dell'opera trovano posto anche scherzi, inganni e un tragico finale, in una interlocutoria ambiguità - ben nota a molte opere del Novecento - nei confronti delle vacillanti certezze della ragione.

Commissionata dalla Alice M. Ditson Fund (dipartimento musicale della Columbia University di New York) l'opera venne assai apprezzata ed ebbe molte rappresentazioni in America e in Europa; l'incisione qui presentata - in italiano - è del 1957 e vede tra i protagonisti Graziella Sciutti e Gianna Pederzini sotto la guida di Nicola Rescigno.

Anche ne "Il Console" Menotti prende spunto dalla realtà, quella assai più tragica ed attualissima dei rifugiati politici che si scontrano con l'ingiustizia e vengono stritolati dalla burocrazia.

Il 12 febbraio 1947 un articolo del "New York Times" colpì la grande sensibilità di Menotti - del quale molti amici ebrei in guerra avevano subito una drammatica fine: ad Ellis Island una emigrante polacca si era suicidata dopo aver inutilmente atteso che le venisse rilasciato un permesso di soggiorno negli USA.

A ciò Menotti unisce il ricordo di un tragico incontro (una contadina italiana abbandonata in un aeroporto dove rimane sola e spaurita); nel 1950 nasce così l'opera, che racconta il calvario politico ed umano della protagonista e prende il titolo dall'irraggiungibile e misterioso personaggio - il console appunto, che essa cerca invano di incontrare per averne aiuto, qui simbolo della crudele insensibilità del potere.

Con "Il Console" Menotti ottenne una copertina sulla rivista "Time" ed il suo primo Premio Pulitzer (il secondo lo avrà nel 1954 per "La Santa di Bleecker Street"); quest'opera - spesso avvicinata dai critici alle scuole operistiche più tradizionali come il verismo - ottenne grandissimi successi negli Stati Uniti e presto arrivò in Italia; alla prima della Scala però il secondo atto venne interrotto per mezz'ora da una vera e propria battaglia in sala.

"Me l'aspettavo, ma non così... non volevo scrivere un'opera politica"... E invece Menotti toccò un tasto dolente e imbarazzante che è - ancora oggi... - un nervo scoperto nei sistemi sociali di tutto il mondo.

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