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Protagonisti: The Gaudier Ensemble

in onda lunedì 14 giugno alle ore 13,00

Protagonisti: The Gaudier EnsembleGiovani musicisti distintisi come solisti e prime parti in orchestre di tutto rispetto (BBC Symphony, English Chamber, Philharmonia, Nordeutsche Rundfunk nonché Chamber Orchestra of Europe ci hanno messo due anni per sviluppare un proprio repertorio cameristico di organico variabile - che include pianoforte, fiati e ad archi - e per configurare quello che oggi è un gruppo internazionalmente assai apprezzato: The Gaudier Ensemble.

Dopo aver studiato a Kettle's Yard nell'Università di Cambridge, e perfezionato la propria identità musicale (nella quale - è bello ricordarlo - quasi mai la figura del singolo esecutore viene sottolineata), il Gaudier fa il suo debutto alla Wigmore Hall di Londra nel 1989; sul quotidiano "The Independent" di loro scrisse assai bene l'illustre Anthony Payne (interessante caso di musicista-compositore-scrittore-critico musicale).

Analogo successo arrise al gruppo sul versante discografico nel 1990, quando la loro interpretazione dell'Ottetto schubertiano venne raccomandata da radio e stampa; idem nel '93, quando una loro incisione beethoveniana (il Sestetto, che ascolteremo in apertura, e il Settimino) verrà posta in cima alle valutazioni della prestigiosa rivista Gramophone".

L'attività del gruppo, inizialmente concentrata nel Regno Unito, si è allargata a tutta Europa, e il Gaudier ha partecipato a festivals di musica da camera importanti come le Schubertiadi di Rotterdam, le stagioni cameristiche del Concertgebouw di Amsterdam, quelli di Schleswig-Holstein, Niedersachsen, Hannover; nel luglio del 1991 The Gaudier Ensemble inaugura nel Dorset il primo Festival annuale di musica da camera di propria creazione, mentre nel '97 un nuovo festival cameristico è dal gruppo realizzato in Olanda, a Leersum; nel frattempo la loro discografia si arricchisce di titoli sempre positivamente accolti dal pubblico e dalla critica.

Da questa produzione - basata per la maggior parte sui repertori del periodo classico - andremo ad ascoltare il premiato Sestetto op. 81b di Ludwig Van Beethoven composto forse nel 1795 ma datato 1811, destinato secondo la didascalia originale a due violini, viola, violoncello e due corni obbligati; l'interpretazione degli elementi del Gaudier Ensemble risale ad una registrazione realizzata nel 1991.

Fu scritto invece nel 1814 per un organico originale - violino, due viole, violoncello, contrabbasso, clarinetto e due corni - l'Ottetto op. 32 di Louis Spohr, compositore estremamente prolifico che raccoglie echi stilistici dei suoi illustri predecessori e contemporanei e che - pur non essendo personalità musicale di pregnante individualità - esprime con grazia e gusto la sensibilità protoromantica del cosiddetto Biedermeier"; nel terzo movimento di questa gradevole composizione ritroveremo anche riferimenti al barocco di Haendel, del quale il celebre tema de Il Fabbro armonioso" (tratto dalla suite n. 5 per cembalo) è alla base delle 6 variazioni.

Sarà la volta poi del Trio per pianoforte, flauto e violoncello op. 63 di Carl Maria Von Weber, la cui non lunga vita e le opere sono assai significative del protoromanticismo tedesco; in questa composizione del 1819 ognuno dei tre strumenti ha momenti protagonistici di impegno tecnico ed espressivo, e la visione romantica della natura nella sua pittura musicale viene bene espressa nel movimento lento, "Il lamento del pastore" risalente al 1813 e sviluppato da Weber su un tema di origine popolare.

Decisamente più lunga la vita Franz Berwald (1796 - 1868) che, pur con origini germaniche, è il massimo esponente della musica svedese nel periodo romantico; il programma odierno si conclude con il suo Gran Settimino in si bemolle maggiore per clarinetto, corno, fagotto, violino, viola, violoncello e contrabbasso inciso da The Gaudier Ensemble nel 1999.

The Gaudier Ensemble Web Site

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