La poesia è uscita dalle nostre vite? La musica serve solo come supporto ad un'immagine? Lo sviluppo incontrollato della comunicazione multimediale e il bombardamento quotidiano di spot e slogan cui siamo sottoposti, sembrano aver tolto all'uomo moderno la capacità di meravigliarsi per gli strumenti più semplici ed immediati, fra quelli a nostra disposizione, per l'espressione dei sentimenti: la parola e la musica.

In particolare, l'uso poetico della parola appare oggi quanto di più lontano dalle esigenze comunicative della società, e l'uso strumentale della musica, ridotta spesso al rango di sottofondo e "colonna sonora" delle nostre esistenze, ne mortifica di fatto l'autonomia espressiva.

Tuttavia, poesia e musica hanno da sempre accompagnato l'uomo nel suo cammino attraverso la storia, lasciandoci testimonianze vive ed immediate (quasi "fotografie") anche di epoche a noi lontane, raccontandoci l'evoluzione della civiltà ed intrattenendo spesso reciproche e profonde relazioni, come ad esempio nel madrigale italiano, nel Lied tedesco, fino alla moderna canzone d'autore e alle più recenti ed ardite sperimentazioni.

In questa prospettiva vogliamo proporre ai nostri ascoltatori un percorso diverso (fatto appunto di... versi), uscendo per qualche minuto dai nostri abituali confini di canale esclusivamente musicale con la rubrica Percorsi di versi , in onda ogni giovedì alle 19,45 a partire dal 4 ottobre.

La recitazione di poesie più o meno celebri, alternata a brani musicali attinenti ai testi, ci ricorderà quanto può essere intensa un'emozione suscitata solo per mezzo di suoni, e ci riporterà forse indietro nel tempo, quando sui banchi di scuola, mandavamo faticosamente a memoria frammenti di capolavori di cui ancora oggi, per fortuna, riaffiora di tanto in tanto qualche verso...