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Un 'brillante ciarlatano': Djaghilev e i balletti russi (1909 - 1929)

in onda il venerdì alle ore 20

Un 'brillante ciarlatano': Djaghilev e i balletti russi (1909 - 1929)Il primo '900 in Europa è il momento delle avanguardie artistiche: discostandosi gradualmente o, più spesso, bruscamente dalla tradizione ottocentesca, tutte le arti sono alla ricerca di linguaggi nuovi, e Parigi è capitale spirituale di questo mondo in evoluzione.

Dopo le innovazioni di Richard Wagner il teatro trova nel 1909 un nuovo motivo di sviluppo, stavolta collocato sul versante della danza: nascono in questo anno quelli che rimarranno famosi come i Balletti Russi.

Nell'800 la Russia è patria della danza: con la ballerina italiana Maria Taglioni e il padre Filippo, grande coreografo, si erano posti a inizio secolo i canoni della danza romantica (tutù, acconciatura, ballare sulle punte); assai apprezzati dalle imperatrici, i balletti di corte erano molto all'avanguardia anche per la presenza di brillanti coreografi come Marius Petipa e musicisti come Ciaikovsky.

L'antica Accademia di Danza fondata nel 1738 al Teatro Marijnsky di S. Pietroburgo e poi la grande scuola di ballo del teatro Bolshoi di Mosca furono istituzioni basilari per lo sviluppo della danza in Russia; questa tradizione divenne leggenda grazie ad un geniale personaggio, Sergei Djaghilev.

Aristocratico nato nel 1872, con formazione giuridica ma anche artistica, Djaghilev fu dapprima attivo come critico e consigliere nei teatri imperiali, poi organizzatore di mostre e spettacoli di vario tipo - eventi diremmo oggi; il primo di essi fu in Russia nel 1905, ma l'anno dopo l'impresario con una mostra è a Parigi, e con la Francia Djaghilev instaurerà un rapporto di lunghissima durata.

Inizialmente Djaghilev porta in terra francese l'arte russa: il Boris Godunov di Mussorgsky col grande basso Scialiapin, in scena nel 1908 all'Opéra di Parigi, raccolse tra il pubblico regnanti, letterati, musicisti, attori tra i più importanti dell'Europa di quel momento, e grazie al successo della serata venne richiesto all'impresario di occuparsi per l'anno seguente di opere e balletti.

Non particolarmente esperto di danza ma assolutamente geniale nelle sue capacità creative, Djaghilev ebbe il merito di intuire il valore di molti artisti dell'epoca, il coraggio e l'abilità di metterli insieme e di inventare così spettacoli del tutto innovativi; ispirati ad una nuova idea di teatro, i Balletti Russi riunivano i migliori danzatori e coreografi, scenografi e musicisti francesi, italiani, spagnoli; la danza fu vista come forma di spettacolo completa, in cui l'elemento espressivo si univa alle novità dell'immagine e ad un'estetica che rivalutava il balletto classico ottocentesco e contemporaneamente instillava in esso la linfa della più ardite novità.

Nelle serate dei Balletti Russi, le provocazioni musicali di Debussy si affiancano a Schumann e Chopin, la tradizione ballettistica di Ciaikovsky si abbina alla scoperta di un titanico assoluto innovatore come il giovane Stravinsky; ancora, collaborano musicisti come Milhaud, Poulenc, Prokofiev, Ravel, Respighi, Milhaud, R. Strauss, Satie.

Sotto la direzione artistica di Léon Bakst si muovono allo Chatelet di Parigi, (e dal 1922 all'Opera di Monte Carlo) i più grandi ballerini tra cui il leggendario Nijinsky e Anna Pavlova, le coreografie sono firmate da Fokine, Léonide Massine e Balanchine; gusto esotico, art-déco, cubismo, sperimentazione e tradizione trovano spazio in scene e costumi, e in cartellone troviamo nomi come Braque, Picasso, Matisse, De Chirico, Utrillo e Coco Chanel.
La nostra rubrica presenta un'ampia carrellata musicale tratta dai programmi dei Balletti Russi di Diaghilev tra il 1909 e il 1929, anno della scomparsa di questa figura dopo cento anni è ancora tanto significativa per il mondo dello spettacolo.


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