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Museo di antropologia criminale “Cesare Lombroso” di Torino

Quando sentiamo o leggiamo di un fatto di sangue nella cronaca nera, siamo ormai abituati a leggere degli esami e dei rilievi della polizia scientifica, del RIS, ecc. Quegli uomini in tuta bianca con le valigette fanno ormai parte consueta delle immagini dei tg, per non parlare di tutte le serie poliziesche in tv. Ma quando è nata la “scientifica? E cosa c’era prima, diciamo 100-150 anni fa?

A coniare il termine di Polizia scientifica in Italia, è stato un personaggio molto controverso, vissuto nell’Ottocento: Cesare Lombroso.
Visitare oggi il Museo di Antropologia Criminale dell’Università di Torino, che porta il suo nome, significa entrare nel mondo di allora, nel modo di ragionare e scoprire anche gli errori di metodo scientifico commessi.

A quell’epoca, siamo nella seconda metà dell’Ottocento, si cercavano dei sistemi efficaci per identificare un criminale: ed  è allora che nacquero le prime foto segnaletiche, le prime descrizioni standardizzate dei criminali e soprattutto le analisi delle impronte digitali.

È possibile classificare i delinquenti secondo i loro volti, i loro caratteri somatici, in modo da poter riconoscere al volo un assassino o un ladro? È quello che pensava Cesare Lombroso, commettendo però dei gravi errori di metodo scientifico.
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