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L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)

in onda venerdì 12 febbraio alle ore 20,00

L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)Pubblicato nel 1836 a Lipsia, il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra op. 21 ebbe una genesi più prolungata del primo. Un frammento del primo tempo (Maestoso) si trova nell'ultima pagina dell'autografo del Trio op. 8 che risale al 1828, rielaborato e ultimato nella primavera dell'anno successivo. Il secondo movimento (Larghetto) venne completato con molta probabilità nel settembre del 1829, e il finale (Allegro Vivace) entro la fine dello stesso anno.

Il motivo per cui questo concerto figura nel catalogo dell'autore come posteriore rispetto a quello in mi minore risiede in un fatto molto ordinario. Chopin che nel 1833 si accingeva alla pubblicazione dei due concerti, non trovò più la partitura di quello in fa minore. Fu costretto a mandare alle stampe solo quello in mi minore, che divenne per ironia del caso il primo.

Il Concerto ebbe due esecuzioni in forma privata il 7 febbraio e il 3 marzo del 1830, solo successivamente fu eseguito in una esibizione pubblica il 17 marzo dello stesso anno, un mese prima che Chopin ultimasse l'Allegro Maestoso del 'primo' Concerto in mi minore.
L'accoglienza fu calorosissima; piacque in particolar modo il Larghetto per la ricchezza di pathos e per l'elegante linea del primo tema. Il secondo tema del Larghetto è un recitativo all'unisono tra le due mani accompagnato dal tremolo degli archi, che gli conferiscono un carattere decisamente sospeso, cupo e sofferente.
Il primo movimento ha la struttura generale del concerto classico, con la consueta suddivisione tripartita. Il primo tema dopo la sua comparsa lo ritroveremo all'inizio dello sviluppo e, accorciato, nella ripresa. Protagonista del movimento è però il secondo tema, che conosce nel corso dell'esposizione, dello sviluppo e della ripresa continue trasformazioni, dilatazioni, variazioni.

Nel Rondò conclusivo non mancano effetti orchestrali degni di nota come gli archi suonati col legno-crine. E' un rondò scritto da un autore che ama la mazurca, e che non rinuncia all'ironia come quando fa suonare ad un corno un'idea-segnale alla maniera del corno da postiglione. Una turbinosa parte pianistica accompagnata dall'orchestra conclude il concerto.

Il Rondò in do maggiore per due pianoforti op. 73 (1828) fa parte di una produzione cameristica che ebbe la luce in un lasso di tempo relativamente breve, tra il 1824 e il 1832. Dello stesso periodo sono da ricordare il Grosso Duo per violoncello e pianoforte su temi di Meyerbeer tratti dall'opera "Robert le Diable" del 1832, l'Introduzione, Tema e Variazioni del 1826, e le Variazioni su un tema di Rossini del 1824.

Come in quasi tutta la produzione musicale di Chopin, così nel Rondò per due pianoforti la costruzione del decorso musicale segue un procedimento tipicamente romantico. Non più uno sviluppo delle idee, ma un contrapporsi di passi virtuosistici con motivi melodici. Un modo diverso di intendere lo sviluppo, o addirittura la realizzazione di un intero brano, che troviamo nello stesso periodo in Weber e, anche se in minor misura, in Mendelssohn.

Frédéric Chopin (Wikipedia)

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