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Italo Calvino

Il mosaico in cui l'uomo si trova incastrato: la figura da scoprire tra gli arabeschi del tappeto. La metà buona e la metà cattiva. Ma il personaggio positivo è soltanto l'uomo intero. Quante parole possono nascere dal silenzio.

Antipsicologia
Agli scrittori che come me non sono attratti particolarmente dalla psicologia, dall'analisi dei sentimenti e dall'introspezione, si aprono orizzonti che non sono certo meno vasti di quelli dominati da personaggi dall'individualità ben scolpita. o di quelli che si rivelano a chi esplora all'interno l'animo umano. Quello che mi interessa è il mosaico in cui l'uomo si trova incastrato: il gioco di rapporti, la figura da scoprire tra gli arabeschi del tappeto. Tanto so già che dall'umano non scappo di sicuro, anche se non faccio alcuno sforzo per trasudare umanità da tutti i pori.
Tu hai scritto un romanzo che si intitola "Il visconte dimezzato". In questo romanzo c'è un personaggio diviso a metà: una metà buona e una metà cattiva. Questo tuo libro ha risentito dell'influenza del "Signore di Ballantrae"? Questo tema del buono del cattivo è uno dei tuoi nodi narrativi, dei tuoi interessi
Se in genere mi si chiede di parlare di Stevenson e del Master of Ballantrae , è per via di questo libro che ho scritto ormai quasi trent'anni fa. Anche lì ci sono un buono e un cattivo, ma sono le due metà della stessa persona: la metà cattiva è quanto di più crudele si può immaginare; la metà buona è un personaggio molto noioso. E' un buono meticoloso.
Questi personaggi, questi buoni noiosi non ti piacciono.
No. Difatti la morale esplicita di questo libro è che il personaggio positivo può essere soltanto l'uomo intero, e non una delle due metà.
Perciò ci vogliono sempre un pò di bontà e di cattiveria unite insieme, come il caffelatte.
Non è che ci vogliono. Ci sono: è una constatazione. Io non sto a dire quello che ci vuole e quello che non ci vuole. Magari mi identifico di più con gli aspetti cattivi dei buoni, che pure ci sono.
Allora tu eri un bambino buono?
Ebbene, la cosa ti potrà deludere, ma penso di esserlo ancora, un bambino buono.
Palomar, un protagonista che sembra contraddire il nome che porta.
Difatti Mont Palomar è il nome di un osservatorio astronomico, dove c'è uno dei più grandi telescopi del mondo. E questo personaggio guarda soprattutto le cose più vicine.
Si può dire che è un personaggio che guarda le cose vicine come fossero lontanissime, e le cose lontane come fossero vicine.
E' stato detto che in questo personaggio si affaccia un contenuto autobiografico.
Diciamo che è una parte di me stesso. E' quasi un libro sul silenzio e su quante parole possono nascere dal silenzio.
Palomar vuole anche essere l'indicazione di un disimpegno?
E' certamente un libro che ha il segno degli anni che viviamo.

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