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Cosa si può scrivere, di uno dei più grandi e geniali musicisti italiani, che non sia già stato scritto da altri e che non risulti tremendamente scontato e banale? La cosa migliore, probabilmente, è far parlare le sue canzoni, la sua musica, che ha ribaltato la tradizione un po’ zuccherosa delle canzoni pop dei Sessanta. Ben sostenuti dai testi di Mogol, pezzi come Per una lira, Emozioni, I giardini di marzo, Balla Linda, Nessun dolore sono entrati nella storia, grazie a uno stile sempre avanti coi tempi, lungimirante, mai scontato. Il nostro Ritratto accompagna questi grandi pezzi a una vita schiva fino alla reticenza, sempre meno disposta, nel corso degli anni, a concedersi al mondo dello spettacolo, che ha contribuito a cementare la mitologia del personaggio, senza scalfire, mai, la sua arte.