Il Teatro Apollo - già Tordinona - era costruito a strapiombo sul Tevere; l'alluvione romana del 1853 mise in pericolo oltre all'intero edificio (che trent'anni dopo fu demolito, come ricorda una stele sul Lungotevere) anche la prima rappresentazione de "Il Trovatore" di Giuseppe Verdi.

Lo straripamento del fiume che allagò le strade non fece desistere il pubblico dal recarsi a teatro, e il lavoro verdiano ottenne un bel successo; l'opera fu rappresentata in poco tempo nelle principali città europee arrivando anche a San Pietroburgo, Bratislava, Buenos Aires, Bombay, Alessandria d'Egitto, New-York e l'Havana.

Al centro della cosiddetta "Trilogia popolare" (con "Rigoletto" e "Traviata"), Il Trovatore condensa alcune delle tematiche più apprezzate dalla narrativa a metà dell'800: ambientazione misteriosa dalle prevalenti tonalità notturne, scambi di persona ed equivoci tragici - oltre ad amore e passione osservati nelle loro molteplici e travagliate espressioni: fraterna, filiale, amicale, materna e sponsale.

La trama - a dire il vero assai articolata - è tratta dall'omonimo romanzo di Garcia Gutierrez ambientato nella Spagna del XV secolo; Verdi ne fa un'opera dal colore musicale ed emotivo cupo e doloroso, che rimane tra i suoi lavori più rappresentati ed amati.