La musica tardoromantica soffre, almeno in parte, della preponderante presenza di alcune personalità (Brahms da una parte, Wagner dall'altra) che influenzano tutto lo sviluppo musicale del periodo; d'altronde geograficamente il Regno Unito, pur appartenendo al continente europeo, ha una storia musicale parzialmente autonoma che nel periodo più antico si fregia di nomi assai importanti (Dunstable, Dowland, Purcell) ma non pare presentarne troppi altri, almeno prima di quello celeberrimo di Benjamin Britten.

Edward Elgar si presenta come uno dei musicisti inglesi più importanti della fine dell'800, e a lui dedichiamo lo spazio odierno; nato in un piccolo villaggio nel 1857, passò l'infanzia nel negozio di strumenti musicali che il padre aveva a Worcester, prendendo naturalmente confidenza con i suoni (il padre accordava pianoforti) ed imparando a suonare diversi strumenti ed a comporre come autodidatta.

La sua condizione fu per molti anni quella di un emarginato (in quanto appartenente alla minoranza Cattolica) oltremodo frustrato dall'impossibilità di essere accettato dall'ambiente musicale della capitale; nella Londra vittoriana i pregiudizi religiosi e sociali impedivano ad Elgar di affermarsi ed egli vive come maestro di musica e direttore di banda, maturando dentro sé una sorta di aspro livore.

Nel 1889 però Elgar sposa una sua allieva di nove anni più vecchia, e sarà proprio Alice che, infondendogli fiducia e sostegno, favorirà il fluire della sua vena compositiva; negli anni '90 Elgar compone svariate opere, che finalmente vengono apprezzate: Cantate e Oratori, due Sinfonie, Concerti e musica da camera fanno conoscere Elgar in Europa e negli Stati Uniti d'America.

Gli anni della Prima Guerra e soprattutto la morte di Alice nel 1920 segnano il declino assoluto dell'ispirazione e dell'energia creativa di Elgar, e il compositore si ritira nel Worcestershire in un isolamento, volontario questa volta, interrotto solo occasionalmente da qualche visita a Londra per dirigere o realizzare incisioni discografiche; nel suo ultimo periodo Elgar sembra avere nuove energie, progetta un'opera e abbozza la terza sinfonia; nel 1933 è a Parigi per dirigere, nel suo Concerto per violino, un giovane e promettente Yehudi Menuhin; morirà l'anno dopo.

Nella trasmissione odierna proporremo i titoli più noti del catalogo di Edward Elgar, augurandoci possano essere di stimolo per conoscere ancor meglio questo autore; il primo ascolto è l'Ouverture da concerto op. 50 In the South (Alassio), composizione scritta dopo un viaggio in Italia ed eseguita nel 1904 al Covent Garden in un concerto interamente dedicato a Elgar; l'esecuzione è qui affidata ai Wiener Philharmoniker diretti da John Eliot Gardiner.

Seguono le Enigma Variations, 14 variazioni su un tema originale in ognuna delle quali Elgar cita pianisti, cantanti, allievi e conoscenti, oltre alla moglie Alice cui è dedicata la prima variazione (che è in realtà una "romantica e delicata aggiunta al tema"); l'ambito di ispirazione dell'opera è assolutamente privato e piuttosto ristretto, ma musicalmente questa composizione è un vero capolavoro di orchestrazione che avvicina Elgar agli sviluppi più interessanti della musica europea (Strauss per esempio), e venne infatti molto apprezzata soprattutto in Germania.

Reminescenze del periodo giovanile e della pratica bandistica compaiono nelle 5 marce orchestrali intitolate Pump and Circumstance, all'interno della prima delle quali ritroviamo anche la melodia più famosa di Elgar, che ricevette un testo (Land of Hope and Glory), ed è per tutti quasi una sorta di sostituto dell'inno britannico; è possibile ascoltarla nelle incisioni che lo stesso Elgar fece negli anni '30, ma per noi oggi la esegue la London Philharmonic Orchestra diretta da Georg Solti.

Edward Elgar