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A Sua Eccellenza

la lettera di lunedì 22 ottobre

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    A SUA ECCELLENZA

    Illustrissima Eccellenza, Prefetto di Prima Classe ed Esimio Dottore Andrea De Martino,
    chiedo anzitutto scusa per la laconicità dell’intestazione, che spero non offenda la sua ben nota sensibilità istituzionale.

    Ricordo a me stesso e anche a lei gli eventi che l’hanno portata alla ribalta della cronaca. Durante un vertice in Prefettura, don Maurizio Patriciello un prete impegnato contro la camorra, ha preso la parola per denunciare il fenomeno dei roghi tossici che avvelenano il paese di Caivano di cui è il parroco. Nel rivolgersi al prefetto di Caserta Carmela Pagano, l’ha chiamata per tre volte signora, senza che la signora - per l’appunto - se ne adombrasse. Fin quando è intervenuto lei, per ricordare al parroco col tono pomposo e accigliato di un burocrate borbonico, che un prefetto non va chiamato Signore, ma signor Prefetto, e che in quel’errore andava ravvisata una grave mancanza di rispetto per le istituzioni.

    Io la penso diversamente, signor Prefetto.

    Penso che l’intonazione conti più delle parole e il tono del parroco era dolce, gentile, rispettoso.

    Penso che il contenuto conti più delle parole e il parroco stava parlando di rifiuti tossici illegali gestiti dalla camorra, argomento che avrebbe dovuto smuovere la sua indignazione ben più di un appellativo sbagliato.

    Penso infine che la parola Signore sia la più bella che esista. La più elegante e la più democratica. Falcone diceva che solo i mafiosi la disprezzano e che proprio per questo lui desiderava che tutti lo chiamassero signore.

    Sono invece d’accordo con lei sul fatto che le istituzioni vadano rispettate. Specialmente da chi ne fa parte e magari organizza una festa in prefettura proprio la sera del funerale di Pasquale Romano, il ragazzo ucciso per sbaglio dalla camorra. E magari consente agli ospiti di quella festa di parcheggiare in piazza del Plebiscito, trasformando uno dei luoghi più belli del mondo in un garage.

    Con il dovuto rispetto, Signore, le auguro la buonasera.

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