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Quindici-diciotto: musica al tempo della Grande Guerra

in onda venerdì 22 maggio alle ore 20,00

Quindici-diciotto: musica al tempo della Grande Guerra

Era il maggio del 1915 quando l’Italia, dichiarando guerra all’Austria, entrava nel primo conflitto mondiale. In occasione del centenario di questo evento, Rai Radio FD5 propone una selezione di alcune delle opere più rappresentative di quel periodo.

Tra i musicisti attivi al tempo della grande guerra troviamo Alfredo Casella, la cui produzione musicale rimase segnata da compositori come Mahler, Strauss e Stravinskij. E quando nel 1915 ritornò in Italia dopo il suo soggiorno parigino, le scelte musicali di Casella furono ancor di più moderniste fino a giungere, come lui disse, al “dubbio tonale”.

Pagine di guerra
: Nel Belgio: sfilata di artiglieria pesante tedesca - In Francia: davanti alle rovine della cattedrale di Reims” - “In Russia: carica di cavalleria cosacca” - “In Alsazia: croci di legno. 

Claude Debussy compose tre sonate tra il 1915 e il 1917. Esse rappresentano un ritorno del compositore francese alla musica da camera. Le tre sonate dovevano far parte  di un gruppo di sei. La composizione delle tre sonate appartiene ad un periodo molto delicato, sia per Parigi che per lo stesso Debussy: la prima guerra mondiale era scoppiata da circa un anno, mentre  Debussy era cosciente di essere vicino alla morte per un carcinoma. L'estate e l'autunno del 1915, dopo un periodo di seria crisi compositiva che lo tenne pressoché fermo per un anno e mezzo, rappresentano una fase di estrema prolificità per Debussy.

Sonata per flauto, viola e arpa

“Trascorsi l'estate del 1917 nella più completa solitudine vicino a Pietroburgo; leggevo Kant e lavoravo molto. Il pianoforte l'avevo lasciato di proposito in città. Avevo l'intenzione di comporre un opera sinfonica senza l'aiuto del pianoforte. In una tale opera i timbri orchestrali avrebbero dovuto essere più puri. Nacque così l'idea di una Sinfonia nello stile di Haydn, poichè la tecnica di Haydn mi era divenuta più familiare in seguito agli studi compiuti nella classe di Cerepnin...”.

Questo dichiarò Sergej Prokofiev a proposito della sua Sinfonia n°1 in Re maggiore definita classica, scritta imitando lo stile di Haydn, diventando uno dei suoi lavori più noti e amati. Prokofiev scrisse la Sinfonia mentre era in vacanza in campagna, utilizzandola come esercizio per comporre senza avere un pianoforte a disposizione.

Sinfonia n°1 in re maggiore:
Allegro, Larghetto, Gavotta e Finale.

Nonostante le proteste del direttore Wilhelm Furtwängler, il nazismo dichiarò "degenerata" la musica di Paul Hindemith, obbligando il Maestro a emigrare negli Stati Uniti dove insegnò musica alla Yale University e ad Harvard, influenzando compositori americani più giovani, come Harold Shapero. Prese la cittadinanza americana nel 1946, ma ritornò in Europa nel 1953, stabilendosi a Zurigo ed insegnando nella locale Università. L'attività direttoriale si intensificò ulteriormente in questi ultimi anni. Nel 1962 vinse il Premio Balzan per la musica.

Sonata per vl e pf op. 11 n. 1

Lo potremmo definire il più classico e il più nobile fra i canti degli alpini. L’origine risale al canto funebre cinquecentesco “Il testamento spirituale del marchese di Saluzzo”. La vicenda storica cui il canto è legato sono le ultime volontà del capitano espresse ai soldati riuniti attorno al letto di morte. E sarà forse proprio uno di quei soldati l'ignoto autore che riversò nel canto gli ultimi istanti del capitano, creando una fra le gemme più interessanti del patrimonio epico-lirico italiano, ereditata in seguito dalla tradizione alpina che, all'epoca della 1a Guerra Mondiale. rese popolarissimo il canto in questa versione dove appare un misto tra il dialetto veneto e quello trentino.

Il testamento del capitano

(lg)

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