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Orchestre d'Europa: Wiener Philharmoniker (seconda puntata)

in onda sabato 9 luglio alle ore 16,00

Orchestre d'Europa: Wiener Philharmoniker (seconda puntata) La leggendaria e inconfondibile sonorità dei Wiener Philharmoniker, nella quale si può rintracciare tutta l'eredità di una tradizione interpretativa profonda e lontana, è dovuta, oltre che allo stile esecutivo impeccabile e degli strumentisti, anche all'utilizzo di strumenti dotati di particolari caratteristiche rispetto a quelli usati dalle altre principali orchestre.

I timpani dei Wiener non montano le consuete pelli sintetiche, ma più sensibili e delicate pelli naturali; molti fiati hanno misure e diametri speciali; i contrabbassi sono collocati in una particolare posizione, dietro gli ottoni. Tutto contribuisce a creare il tipico suono 'viennese', più scuro e 'caldo' rispetto, ad esempio, a quello più brillante e cristallino dei Berliner Philarmoniker.

Il repertorio dell'orchestra è legato nell'immaginario più comune al celebre Concerto di Capodanno, alle esecuzioni mozartiane nel Festival di Salisburgo e più in generale al grande repertorio classico e romantico. Eppure, a partire dal 1988, la sua collaborazione al festival Wien Modern ne ha ampliato notevolmente il repertorio anche in direzioni meno tradizionali e a volte veramente originali. Inoltre la formazione operistica dei suoi strumentisti ha permesso di affrontare, caso praticamente unica fra le grandi orchestre sinfoniche, gran parte del repertorio operistico.

Nel secondo appuntamento dedicato ai Wiener Philharmoniker nella rubrica Orchestre d'Europa ascolteremo l'ouverture da concerto in si minore op. 26 Le Ebridi (la grotta di Fingal), che Felix Mendelssohn Bartholdy compose nel 1830, sull'onda dell'ispirazione derivata da un viaggio in Scozia.

Il tema iniziale, affidato soprattutto agli archi e che richiama il movimento del mare, viene rielaborato nello sviluppo per rendere con sorprendente maestria compositiva l'increspatura delle onde e lo sbigottimento dell'artista di fronte alla forza della natura, con un atteggiamento in sintonia con quell'estetica del Sublime che era stata riformulata in chiave preromantica da Edmund Burke.

Oltre che per l'ouverture da concerto di Mendelssohn, Christian Thielemann è alla testa dei Wiener anche nel secondo brano in programma, la suite da Der Rosenkavalier (Il Cavaliere della Rosa) di Richard Strauss, attribuita al direttore d'orchestra di origine polacca Artur Rodzidski.

A conclusione ascolteremo la Terza Sinfonia in mi bemolle maggiore op. 55 "Eroica" di Ludwig van Beethoven, l'opera che apriva il cosiddetto «stile eroico» del compositore tedesco, caratterizzato da opere brillanti e notevoli per durata ed energia.

"In questa Sinfonia, Beethoven si era proposto come argomento ispiratore Bonaparte, quando quest'ultimo era ancora Primo Console" riferisce il pianista e compositore Ferdinand Reis, amico e allievo del Maestro di Bonn. "All'epoca Beethoven ne faceva un caso straordinario, e vedeva in lui l'epigono dei grandi consoli romani".

Ma alla notizia della proclamazione dell'Impero francese il musicista cancellò con rabbia la dedica: "Non è dunque nulla di più che un uomo ordinario!" riporta Ferdinand Reis. "Ora calpesterà i diritti umani, obbedirà soltanto alla sua ambizione; vorrà elevarsi al di sopra di tutti gli altri, diventerà un tiranno!". Fu per questo che il principe Franz Joseph Max von Lobkowitz ebbe la fortuna di ricevere la dedica della celebre sinfonia, alla quale seguiranno anche le dediche della Quinta e della Sesta sinfonia.

La registrazione dal vivo è affidata alla bacchetta del direttore inglese Simon Rattle.

Wiener Philharmoniker

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