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Riforma 5: NO AL MATRIMONIO, NO ALLA TOMBA DELL’AMORE

Adozione di iniziative indirizzate all'abolizione dell'istituto del matrimonio

L'amore tra due persone è un affare troppo serio per essere rinchiuso in un istituto rigido e antiquato come il matrimonio.



Non è stato certamente l'amore a chiedere l'istituzione del matrimonio che, come la stessa saggezza popolare insegna, ne è precisamente la tomba, bensì meschine considerazioni economiche, misere esigenze di pianificazione e smania di controllo sociale.

Il matrimonio comporta una serie di obblighi: 1. alla fedeltà, 2. all'assistenza morale e materiale, 3. alla collaborazione nell'interesse della famiglia 4. alla coabitazione; 5. a contribuire ai bisogni della famiglia (in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo) 6. a mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni.

Per ognuno di questi obblighi ci si può ben domandare se costituiscano un reale vantaggio, e in caso positivo, se questo vantaggio non possa essere ottenuto altrimenti, ad esempio con contratti privati più leggeri e flessibili, procure notarili che non comportino cerimonie barocche, pranzi pesanti e liste nozze da incubo, in cui l'unico elemento di degno di considerazione è quasi sempre rappresentato dalla bistecchiera.

Ma vediamo innanzitutto se questi obblighi siano davvero da considerarsi come fattori positivi. Si prenda ad esempio l'obbligo alla coabitazione: siamo sicuri che vivere assieme, spesso in pochi metri quadri, sia il metodo più sicuro per conservare vivo l'affetto tra due persone? È risaputo che è proprio la convivenza, anche se fosse tra due sconosciuti, una delle principali fonti di dissapori e continue tensioni, tra cui spiccano quelle derivanti dalla scelta della temperatura da mantenere nei locali in cui si convive, ben noto fenomeno che va sotto la denominazione di “querelle del termostato”.

Anche l'obbligo alla fedeltà è fonte di altrettante tensioni costringendo i coniugi a un'attitudine contro natura, privando la coppia di una fondamentale valvola di decompressione.

L'obbligo all'assistenza dei figli è sacrosanto, ma ci si domanda che cosa abbia a che vedere con il matrimonio, visto che questo obbligo dovrebbe essere garantito sia per i figli nati all'interno del matrimonio, sia per quelli nati al di fuori del matrimonio e anche per quelli nati all'interno di altri matrimoni.

Ma anche volendo considerare tutti questi obblighi come reali vantaggi ci si domanda se non sia possibile garantire questi vantaggi tramite semplici contratti tra privati: atti snelli, flessibili e adattabili alle specifiche esigenze di ogni singola coppia. Non un solo matrimonio quindi, ma potenzialmente infiniti matrimoni: uno, nessuno, centomila.

Una coppia potrebbe decidere, a mero titolo di esempio, di aderire a tutti gli obblighi matrimoniali attualmente previsti, escludendo però la coabitazione e stabilendo una durata totale dell'accordo di sei o di dodici anni, al termine dei quali ogni obbligo reciproco è sciolto. E così via.

L'istituto del matrimonio, con la sua arcaica rigidità non è (o non è più) in grado di coprire le multiformi esigenze di ogni coppia, causando, come è noto, infinite ricadute negative, fino alle più esecrabili forme di violenza. Non è un mistero, infatti, che proprio all'interno del matrimonio avvenga una altissima percentuale di violenze nei confronti delle donne.

Senza dimenticare che attualmente il matrimonio esclude dalla contraibilità le coppie omosessuali o anche le coppie già sposate (nella nostra proposta, invece, nulla vieterebbe ad una persona di firmare due o più contratti, di contenuto analogo o differente, con diverse persone: ad esempio convivo con B, ma garantisco l'assistenza anche a C, o soltanto a C).

Anche lo stesso istituto della pensione di reversibilità può essere facilmente adattabile alle nuove forme contrattuali, con l'indicazione di uno o più beneficiari, fatte salve le coperture contributive.

Insomma, nella nostra proposta nulla vieterebbe ad ogni persona di decidere in piena libertà quanti e quali obblighi contrarre (e per quanto tempo e verso chi).

L'amore tra due o più persone è un affare troppo serio per essere rinchiuso in un'istituto rigido e antiquato come il matrimonio.

DICIAMO ASSIEME: NO AL MATRIMONIO, NO ALLA TOMBA DELL'AMORE
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