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Quindici-diciotto: musica al tempo della Grande Guerra

in onda venerdì 10 aprile alle ore 20,00

Quindici-diciotto: musica al tempo della Grande Guerra

Ferruccio Busoni non fu solo compositore, ma anche teorizzatore musicale: teorizzò sui terzi di tono, fu un precursore della musica elettronica, e scrisse un saggio su una nuova estetica musicale. Nella sua estetica un posto rilevante occupa l'opera “Il nuovo classicismo", una ricerca di un nuovo stile che guardi al futuro basandosi sulle fondamenta del passato. Ma è difficile dire se Busoni trovò davvero il nuovo a cui tanto agognava. Da Bach aveva imparato “che una musica buona, grande ed universale resta la stessa qualunque sia il mezzo attraverso cui si faccia sentire”. Imponente fu anche l’attività di Busoni nella revisione ed elaborazione delle musiche di Johann Sebastian Bach.

Rondò arlecchinesco op. 46

Allo scoppio della Prima guerra mondiale, Francis Poulenc era ancora troppo giovane per essere chiamato alle armi. Venne arruolato nel gennaio 1918 nel 63º reggimento di artiglieria contraerea di stanza presso Vincennes, dove rimase fino al luglio dello stesso anno. Ad ottobre venne inviato vicino Chalons sur Marne e in seguito assegnato ad un posto impiegatizio presso il Ministero dell'aviazione a Parigi.

Sonata per pianoforte a 4 mani

Pause del silenzio è il titolo di una composizione del 1917 di Gian Francesco Malipiero per grande orchestra sinfonica. L’opera nacque durante la Prima guerra mondiale, in un momento storico difficile e doloroso ma anche molto importante per la creatività del maestro veneziano. Dice il compositore: “Le pause del silenzio vennero concepite durante la guerra, quando era più difficile trovare il silenzio e quando, se si trovava, molto si temeva d’interromperlo sia pure  musicalmente".

Pause del silenzio,
sette espressioni sinfoniche

Australiano di nascita  e statunitense di adozione, fu durante il suo soggiorno in Europa che Percy Grainger pose le basi della sua carriera compositiva. Fu determinante l’incontro con Grieg a Londra nel 1906 che lo incoraggiò ad impiegare il canto ed i motivi di danza popolare come base melodica delle composizioni. Buona parte del suo repertorio è occupato da variazioni e da elaborazioni orchestrali di melodie tratte dal patrimonio popolare, dimostrando una concezione orchestrale originale in cui i legni assumono particolare spicco e gli strumenti a tastiera si integrano con l’insieme orchestrale.

The warriors,
musica per un balletto immaginario

(lg)

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