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Soli Deo Gloria: Alessandro Stradella e Gaetano Donizetti

in onda domenica 18 luglio alle ore 14,30

Soli Deo Gloria: Alessandro Stradella e Gaetano DonizettiSempre in fuga, inseguito da mariti gelosi, costretto a scappare da Roma a Venezia, a Torino e a Genova, Alessandro Stradella (Nepi, 3 aprile 1639 - Genova, 25 febbraio 1682) rappresenta lo stereotipo dell'artista dissoluto, avventuroso e donnaiolo. La leggenda vuole che, prima di essere effettivamente ucciso a causa di gelosie patrizie, abbia toccato il cuore di altri sicari armati contro di lui grazie alla sua voce angelica e grazie alla sua musica celestiale.

Racconta il medico Bourdelot contemporaneo del turbolento musicista: "l'ovazione che tutto il popolo tributò al musicista, unita all'impressione che la bellezza della musica fece nel cuore degli assassini, cambiò come per miracolo il furore in pietà ed entrambi si convinsero che era male attentare alla vita di un uomo il cui genio per la musica attirava l'ammirazione di tutta Italia e risolsero di salvarlo, invece che ucciderlo. L'attesero all'uscita dalla chiesa e gli fecero, per strada, un complimento per l'oratorio, svelandogli il loro intento".

Ma rimarrebbe deluso chi cercasse nell'opera di Stradella qualcosa di trasgressivo o di irregolare. Del tutto in linea con gusto e la prassi compositiva dell'epoca è anche la sua cantata sacra per basso, due violini e basso continuo "Crudo mar di fiamme orribili", primo ascolto del programma.

Nella sterminata produzione musicale di Gaetano Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 - Bergamo, 8 aprile 1848), oltre alle circa settanta opere fra serie, semiserie, buffe, farse, gran opéras e opéra-comiques vanno aggiunte ventotto cantate con accompagnamento di orchestra o pianoforte, brani sinfonici, più di duecentocinquanta liriche per una o più voci e pianoforte e composizioni strumentali per varie formazioni da camera.

Inoltre Donizetti realizzò anche diverse composizioni di carattere religioso: fra queste ricordiamo gli oratori "Il diluvio universale" e "Le sette chiese", l'Offertorium-Miserere, due Messe da Requiem, la prima in memoria di Vincenzo Bellini e la seconda, di due anni successiva, in memoria di Nicola Zingarelli e la Messa di Gloria e Credo in do minore per soli coro e orchestra, secondo ascolto del programma.

Quella che è stata definita la "poetica della fretta", dettata nel caso di Donizetti dalla necessità di accettare il maggior numero di commissioni in un'epoca nella quale non esistevano diritti d'autore, è stata per il musicista uno stimolo per la sua fantasia creatrice.

A dispetto dell'accusa mossagli da Hector Berlioz di essere "trasandato e ripetitivo", i ritmi frenetici e stressanti imposti dalle condizioni della vita teatrale del tempo si tradussero per Donizetti in una continua sollecitazione creativa.

La Messa di Gloria e Credo, che utilizza in parte musica di composizioni giovanili dello stesso Donizetti, è divisa in tre grandi sezioni, Kyrie, Gloria e Credo, al cui interno sono individuabili cori, arie, duetti secondo le forme del contemporaneo melodramma.

Alessandro Stradella

Fondazione Donizetti

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