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Grandi direttori: Antonio Pappano

in onda martedì 2 ottobre alle 12,00

Grandi direttori: Antonio Pappano "È importante che tutti sappiano chi è il capo, perché in ultima analisi la responsabilità del concerto è mia, ma non credo che avrò bisogno di far schioccare la metaforica frusta. Ci sono modi ben più efficaci per farsi seguire da un gruppo di professionisti seri. Bisogna creare uno spirito di collaborazione e allora la vera autorità diventa la musica" . Con queste parole, pronunciate a pochi mesi dalla nomina a direttore musicale dell'Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Tony, ovvero Antonio Pappano (Epping 30 dicembre 1959), sintetizzava efficacemente la propria concezione della direzione e lo spirito che lo guida quando sale sul podio.

"Non sono mai andato al Conservatorio, e in un certo senso fu un peccato, perché non ho avuto il facile accesso alla musica da camera e orchestrale che hanno i ragazzi che studiano al conservatorio... Però la cosa positiva del mio percorso formativo è che i miei momenti di insicurezza hanno sempre dato luogo a decisioni costruttive."

La carriera di Antonio Pappano è nata quasi per caso. Il padre, cuoco di professione ma votato alla passione del canto, ha cominciato a insegnargli i segreti della vocalità e nel suo studio, all'età di dieci anni, il giovane Tony ha iniziato ad accompagnare al pianoforte gli allievi del padre.

In realtà la formazione del direttore d'orchestra e pianista inglese, naturalizzato statunitense ma di puro sangue campano, è per molti versi originale. "A volte sono ancora confuso sulla mia identità. Trovo in me sempre più tratti italiani, ma Londra è dove sono nato e mi sento anche parte del soul, dell'anima americana".

A tredici anni Pappano si è trasferito con i genitori in America, dove ha avuto la possibilità di studiare pianoforte, composizione e direzione d'orchestra con Gustav Meier. "Arrivato al quinto anno, si è accesa in me una lampadina e ho capito che volevo fare il musicista. Non necessariamente il direttore, perché la mia formazione musicale inizialmente puntava verso la carriera di maestro ripetitore".

La sua carriera è cominciata proprio come maestro sostituto con grandi direttori, fino al 1981, quando ha iniziato a collaborare con la New York City Opera. Sei anni dopo il suo debutto come direttore d'orchestra con "La Bohème" di Puccini alla Norske Opera di Oslo. Da lì ha avuto inizio una vorticosa carriera che lo ha portato sui podi più prestigiosi del mondo: assistente di Daniel Baremboim a Bayreuth, direttore musicale della Den Norske Opera ad Oslo, poi un incarico di dieci anni come direttore musicale al teatro La Monnaie a Bruxelles, Antonio Pappano è stato il direttore più giovane delle orchestre della Royal Opera House di Londra, dirigendo sia la Royal Opera sia la Royal Ballet.

Dal 1 ottobre 2005 Pappano ha preso il posto di Myung-Whun Chung alll'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma. Frutto di questa nuova e fortunata collaborazione sono le tre registrazioni del programma odierno, tutte su musiche di Pëtr Il'ic Ciajkovskij. A cominciare dalla Francesca da Rimini, fantasia sinfonica in mi minore op. 32, composta fra l' ottobre ed il novembre 1876 ed ispirata al V canto dell'Inferno dalla Divina Commedia di Dante Alighieri, per passare poi a 1812, ouverture solenne in mi bemolle maggiore op. 49, composta nel 1880 per l'inaugurazione della chiesa del Salvatore a Mosca.

A conclusione di programma ascolteremo la Sinfonia n. 6 in si minore op. 74 "Patetica". Dominata da un misterioso ed enigmatico programma, mai rivelato dal compositore, dopo l'appassionato movimento d'apertura e il successivo valzer, nell'insolito metro di 5/4, la sinfonia esplode nel parossistico ed esaltante del terzo tempo, per poi sprofondare nel finale Adagio lamentoso, struggente testamento musicale del musicista russo, caratterizzato da una discendente melodia affidata agli archi.


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