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"COME SI FA": ADRIANO MARCONETTO

Torino, città di tradizione operaia, il cui nome è associato alla grande industria automobilistica, è oggi al centro di una rivoluzione silenziosa: quella delle start-up, cioè aziende innovative ad alta tecnologia, ideate e realizzate per lo più da giovani intraprendenti. L'esplosione delle conoscenze nel campo dei nuovi materiali, nella microelettronica o nell’informatica, ha aperto opportunità inaspettate per chi ha ingegno, creatività e voglia di affrontare queste sfide, mettendosi in gioco.

L’incubatore del Politecnico di Torino è una delle fucine più attive, in questo campo: qui nascono molti progetti che vengono vagliati e realizzati con l'apporto di investimenti mirati. Un progetto deve poter attrarre risorse, dimostrarsi efficace sul piano pratico e avere un respiro internazionale, pronto a tradursi anche in imprese di dimensioni mondiali. Su queste start-up si stanno già orientando capitali importanti, perché l'innovazione ha oggi un valore strategico in un mondo diventato estremamente competitivo. Nell'incubatore del Politecnico di Torino sono nate negli ultimi anni 140 start-up, che hanno sfruttato i risultati della ricerca nei campi più diversi: dalla meccanica, all'energia, dall’aerospaziale, alla medicina.

Un fermento destinato non solo a creare posti di lavoro ma anche una nuova cultura d'impresa. Ad esempio, tra le idee tradotte in realtà imprenditoriali, ci sono: strumenti in grado di rilevare anomalie in manufatti metallici, come funi e cavi, dovute a imperfezioni o corrosioni, e basta pensare agli ascensori o alle funivie come campi di applicazione. Apparecchiature capaci di effettuare registrazioni cardiografiche in modo raffinato, da poter utilizzare direttamente nelle farmacie. Un meccanismo per stampare circuiti elettronici con inchiostri particolari. Tra le realizzazioni di maggior successo, c'è un sistema a celle a combustibile a idrogeno che produce elettricità pulita ad alta efficienza. Oggi lo si usa in tutto il mondo per sostituire batterie al piombo, o per fornire energia alle torri degli operatori telefonici.

Ad esempio, una cella è stata inserita in una struttura fotovoltaica, a Cellarengo d’Asti, per garantire il flusso di energia quando mancano vento e sole. L’energia qui prodotta, serve, tra l’altro, una scuola rurale della zona, e consente così ai bambini di studiare al computer e connettersi in rete. Il sistema è molto richiesto all'estero, e sta per essere adottato in Cina e in Africa. Il Politecnico di Torino riceve ogni anno circa 300 di queste nuove idee e aiuta le migliori a trasformarsi in imprese.

Molti altri incubatori esistono attualmente nel nostro Paese: l'innovazione tecnologica è infatti oggi il motore dello sviluppo in tutto il mondo ed è una sfida che l'Italia non può permettersi di perdere, anche perché il mondo sta andando in questa direzione. Basta pensare che in America, secondo una ricerca della Kaufmann Foundation, quasi ogni anno le piccole aziende innovative, cioè le start up, creano tre milioni di posti di lavoro, mentre le imprese tradizionali ne perdono un milione.
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