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Orchestre d'Europa: Royal Concertgebouw di Amsterdam (prima puntata)

in onda sabato 28 maggio alle ore 16,00

Orchestre d'Europa: Royal Concertgebouw di Amsterdam (prima puntata) "Magnifica, piena di vigore giovanile e di entusiasmo". Con queste parole Richard Strauss elogiava la Royal Concertgebouw Orchestra. La giovane orchestra aveva solo nove anni di vita e in realtà ancora non poteva vantare il titolo di "Royal" - conferito solo nel 1988 dalla regina Beatrice d'Olanda - ma già era capace di impressionare un compositore e direttore esperto come il maestro tedesco.

Uno dei fattori che hanno contribuito a creare il carattere originale dell'orchestra, è probabilmente dovuto al fatto che ha avuto pochi direttori principali rispetto alle altre orchestre del suo livello: solo sei presenze stabili in centoventi anni di vita. A cominciare dall'olandese Willem Mengelberg, direttore principale a partire dal 1895 per ben cinquant'anni, un rapporto che per la sua durata non ha uguali se si eccettuano i casi di Evgeny Mravinsky, anche lui per cinquant'anni alla stessa orchestra, la Leningrad Philharmonic Orchestra, o Ernest Ansermet all'Orchestre de la Suisse Romande tra il 1918 e il 1967, oppure i 44 anni trascorsi da Eugene Ormandy alla guida dell'Philadelphia Orchestra.

È probabile che le peculiarità timbriche del Concertgebouw, il particolare 'velluto' degli archi, il celebre timbro degli ottoni e dei fiati siano nati proprio dall'abitudine all'approfondimento che solo il lavoro continuativo con un unico maestro rende possibile. Per primo Willem Mengelberg ha portato l'orchestra ad un livello di assoluto prestigio internazionale, in particolare con importanti esecuzione di opere di Gustav Mahler e Richard Strauss.

Dopo di lui altri due direttori olandesi si sono succeduti sullo stesso podio: Eduard van Beinum e Bernard Haitink. Quest'ultimo, interrogato sulle sue esperienze con i Wiener Philharmoniker e con l'orchestra olandese, ha confessato: "Non sai mai con Vienna, perché ha un enorme numero di professori d'orchestra e ogni volta devi aspettare e vedere chi è di turno. Non hanno un direttore musicale e suonano lo stesso pezzo più volte nella stessa stagione con direttori differenti. Penso che nei loro cuori siano arroganti e pensino: non importa chi dirige, noi siamo i Wiener!... Invece il Concertgebouw è un'orchestra giovane, come i Berliner, formata da musicisti giovani e con un'abilità tecnica sorprendente" .

Bernard Haitink è alla testa della Royal Concertgebouw Orchestra in entrambe le registrazioni del programma odierno, a cominciare dalla Sinfonia n. 9 in re minore, l'ultima sinfonia di Anton Bruckner. Rimasta incompiuta, l'opera occupa gli ultimi anni di attività del compositore, che, quasi con il presentimento della fine, la dedicò "Dem lieben Gott », al buon Dio. Risale a quegli anni segnati dal lento declino e dalla crescente fama del compositore austriaco il riverente attestato di stima rivolto da Johann Strauss al musicista delle sterminate e monumentali sinfonie, che, con spirito, rispose: "Io darei delle sinfonie per un valzer di Johann Strauss" >.

A chiusura di programma ascolteremo Trois Nocturnes per orchestra di Claude Debussy, nati dalla suggestione ispirata da alcune tele di James Whistler. Il primo notturno, Nuages, è considerato un capolavoro di quello che è stato definito 'impressionismo musicale'. "E' l'aspetto immutabile del cielo" scriveva Debussy "con il muoversi lento e malinconico delle nuvole, che si conclude in un'agonia grigia, dolcemente striata di bianco" .


Royal Concertgebouw Orchestra

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