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Tre Soldi

Perdonami, esperienze di giustizia riparativa

 

Contesti di violenza scolastica
di Davide Tosco

L'ammissione della colpa è il primo passo di un percorso di giustizia riparativa. Nel momento in cui se ne affrontano le cause, il conflitto diventa un'opportunità capace di trasformare il disagio in un'occasione di crescita e responsabilizzazione.

Ad oggi non esiste in Italia una legge organica sul fenomeno dell'aiuto alle vittime di reato. Siamo in presenza di una carenza legislativa che ponga la vittima al centro di iniziative di tutela e attenzioni capaci di restituirle dignità.
In ambito minorile questo paradosso è estremizzato. Il giovane reo è di fatto sostenuto da assistenti sociali, psicologi e personale specializzato che accompagnano, solo nei casi più estremi, la carcerazione. La vittima è inspiegabilmente lasciata a se stessa, ascoltata strumentalmente alle procedure di giudizio senza che queste contribuiscano ad una 'riparazione del danno'. La vittima di un reato oltre ad aver subito un'ingiustizia, contestualmente all'atto del reato, rimane sola con il proprio dolore, il suo ruolo si esaurisce con una rapida apparizione al processo, l'esito del quale non di rado finisce per esserle comunicato solo anni più tardi. La conclusione del percorso giuridico non contribuisce ad un'elaborazione costruttiva dell'evento-reato. Senza un'effettiva riparazione del danno una grossa opportunità è persa.

La pratica di giustizia riparativa in contesti minorili, da tempo consolidata in molti paesi Europei, non ha nel nostro paese una lunga tradizione e rimane una prassi largamente impraticata. Solo nel 2008 a Torino il Tribunale per i Minori e il Nucleo di Prossimità della Polizia Municipale cominciano ad implementare percorsi che offrono al minore la possibilità di riparare il danno riconoscendo, e in forme diverse risarcendo, la parte offesa. La finalità del metodo applicato è quella di far si che siano gli stessi ragazzi, autori di reato, ad assumere un impegno nei confronti della vittima. Ancora prima di giungere al procedimento penale, spesso di fatto evitandolo, si creano meccanismi virtuosi che contribuiscono così alla ricostruzione del tessuto collettivo e alla sorprendente prevenzione di comportamenti recidivi.
Con le voci di:
Paola Loiacono (Vicario Sicurezza Urbana Polizia Municipale di Torino)
Anna Chiarle (Ispettore Capo)
Valter Bouquiè (Commissario, coordinamento attività didattiche Nucleo di Prossimità)
Iris Gioelli (Agente)
Marco Bertoluzzo (Criminologo)
Si ringraziano: Scuole Operaie San Carlo, Ente di Formazione 'Piazza dei Mestieri'.

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