Per un'orchestra sinfonica, l'attività regolare nel campo della musica da camera dei suoi componenti è una risorsa preziosa, essendo questa la palestra fondamentale che permette agli artisti non solo e non tanto di variare il loro repertorio, quanto di perfezionare il loro affiatamento e sviluppare il gusto di suonare insieme.

Negli anni passati, è stata questa una delle lacune fondamentali nella vita delle orchestre italiane, specie di quelle istituzionali, bloccate da abitudini che le allontanavano dalle altre formazioni europee proprio in questo tipo di diversificazione del lavoro quotidiano.

Da qualche tempo, tuttavia, una svolta sembra essere finalmente intervenuta e aver restituito alle orchestre anche questo ambito di espressione, la cui importanza viene apprezzata in modo crescente sia dai musicisti, sia dal pubblico.

L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai ha dato vita da qualche anno a una serie di piccole formazioni da camera che animano, a Torino, una vera e propria stagione concertistica. Quella che impegna alcuni dei migliori solisti della sezione degli ottoni dell'Orchestra Rai presenta ora al Palazzo del Quirinale un programma raffinato, nel quale spiccano i caratteri della ricerca timbrica e del virtuosismo, spaziando dal repertorio barocco al Novecento.


L'Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai

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