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Riforma 10 - DICIAMO INSIEME SI' ALLA MORATORIA DEL CALCIO PER UN ANNO

Iniziative indirizzate alla sospensione del gioco del calcio per un anno

Diciamo insieme sì alla moratoria del calcio per un anno






Anche chi considera il calcio lo sport più bello del mondo (e siamo in tanti) non può non ignorare che il suo impatto sui cittadini e le istituzioni di questo paese è complessivamente negativo.

I primi ad ammetterlo sono gli stessi amanti del calcio, capaci di guardare dentro se stessi e subito dopo oltre il proprio naso. E il buon legislatore è proprio quello che sa guardare aldilà del proprio immediato interesse.

La proposta di congelare per un anno lo svolgimento dei campionati maschili di Serie A, B, Lega Pro e le ancora più moleste partite della nazionale può verosimilmente indurre una serie di effetti positivi che finiranno inevitabilmente con il rinforzarsi a vicenda.

Dal punto di vista socialogico il calcio, lungi dall'essere una valvola di sfogo delle tensioni sociali, si è nel corso degli anni affermato come fattore catalizzatore all'organizzazione di frange di tifoseria molesta e violenta. Senza arrivare agli episodi più eclatanti di pochi anni fa, solo nel corso di quest'anno solare si è assistito a tafferugli in occasione di Lazio-Bologna, Mantova-Reggina, Bologna-Spezia, Torino-Juve e Lazio-Roma. L'organizzazione di questi match comporta enormi ed enormemente dispendiosi dispiegamenti di forze dell'ordine che sarebbero meglio utilizzate nel contrasto alla criminalità organizzata o alla microcriminalità o comunque nel presidio del territorio.

Inoltre il calcio contribuisce alla continua tensione e verve polemica all'interno dei vari gruppi sociali: famiglie, amicizie, scuole, luoghi di lavoro, minandone la coesione e sottraendo energia e passione agli scopi naturali di questi nuclei, sostituendo queste pulsioni positive con una litigiosità fastidiosa e fine a se stessa.

Ma ordine, sicurezza, coesione sociale e risparmio non sono gli unici vantaggi di questa scelta.

Da tempo l'Italia e le squadre italiane ottengono risultati scadenti: dopo il trionfo della finale di Berlino contro la Francia nel 2006 (a livello di nazionale) e la splendida cavalcata dell'Inter  conclusasi a Madrid nel 2010 (a livello di club), i risultati sono stati a dir poco deludenti, proprio in 
uno sport che tradizionalmente ha visto l'Italia ad altissimi livelli. Il fatto che in entrambe le partite citate fosse in campo Marco Materazzi non deve fuorviare il nostro giudizio. La moratoria di un anno avrebbe il merito di permettere al calcio italiano di ricaricare le pile, smorzando la pressione su un settore già ampiamente sotto stress da molti punti di vista.

Uno dei fattori di maggiore criticità (e i deludenti risultati di cui sopra ne sono con ogni probabilità una chiara e diretta conseguenza) è infatti costituito proprio dalla governance del calcio. Sono ancora fresche di cronaca le inaccettabili dichiarazioni del presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio. Per la terza volta il mondo del pallone e dello sport ha finito con il coprire la vergogna verbale, senza prendere alcuna decisione. Ma questa è solo la punta dell'iceberg: altri scandali dovranno essere definitivamente valutati dall'autorità giudiziaria a partire dall'ultimo filone dal calcioscommesse fino alle presunte irregolarità nella vendita dei diritti televisivi.

Ma volendo passare dagli aspetti sociali al livello individuale, anche per i singoli cittadini, il calcio costituisce un enorme spreco di risorse economiche, fisiche e mentali. Quanto tempo e quanto impegno individuale viene bruciato sull'altare di una passione sportiva, di per sé anche gradevole, ma che ben poco contribuisce alla crescita culturale e alla propria formazione come cittadini e uomini liberi. Letture, visite alle mostre e ai musei, visione di film e opere teatrali, viaggi di diporto e di formazione. Ma anche tempo speso con i propri cari, nella cura della propria persona o dei proprio beni, o, perché no, in attività di volontario.  

Proprio chi ha provato sulla propria pelle la costante chimerica attrazione del calcio sa quanti benefici alla propria esistenza possano derivare dalla riduzione del tempo speso a seguire questo sport.

Anche l'unico beneficio certo, il buonumore indotto dall'eventuale vittoria della propria squadra, è un sollievo temporaneo e assolutamente fittizio, basato sul successo professionale di altre persone, mentre il malumore in caso di sconfitta è altrettanto fasullo e fuorviante.

In un separato documento attuativo verranno affrontati gli aspetti relativi alla gestione delle perdite delle società di calcio (ma i loro passivi sono tali, che un anno di moratoria esteso anche al blocco del pagamento degli stipendi dei calciatori, non dovrebbe danneggiarle troppo) e soprattutto della pletora di professionisti che, senza giocare un secondo, dal calcio parassitano ingaggi e prebende. 

Diciamo assieme “No al calcio tutti gli anni, sì alla moratoria del calcio”.

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