Ospite: Vauro

Tema: Scrivere un breve discorso agli italiani, che ha questo titolo: “Elogio della burocrazia, un bene indispensabile per il nostro Paese”.

Gentili italiani.

Siamo la vostra amata burocrazia e siamo qui a dire la nostra.

Ci dipingono come ottusi robot senza cuore, ma è tutto falso!

Noi siamo il CONCIME di questo Paese!

Tanto per cominciare, essendo in Italia, ce la sentiamo di aiutare gli artisti.

Ai colleghi praghesi dovete il Castello di Kafka. Anche la Relatività di Einstein, non pensate venga solo dalla genialità.

Noi, qui, non possiamo mica essere da meno.

In più, che soddisfazione vi darebbe un cambio di residenza, senza un po' d'avventura? Senza il brivido dell'indefinito?

Siamo seri, non è il possesso, ma l'attesa che dà valore alle cose.

E poi, non siamo mica solo carnefici, cari fruitori. Con voi usiamo la carota e il bastone.

Crepi l'avarizia, una carota anche bella grossa. Per il bastone, poi, ve la spacchiamo in testa con INDEFESSA DEDIZIONE!

Vi tempriamo.

Voi non andate mai SOLO ad inviare un pacco: compìte un'impresa epica.

Non riempite moduli: decifrate un'antica lingua perduta!

Siete pronti a tutto.

Siamo Santippe e voi Socrate.

È un gramo mestiere, ma necessario.

Ma prima di tutto: COERENZA!

Per la gratitudine che ci spetta, anche noi attendiamo in fila.