La raccolta di
Pièces de Clavecin en Concerts di
Jean-Philippe Rameau fu pubblicata nel 1741, a oltre dieci anni dalla pubblicazione dell'ultima silloge clavicembalistica, quella della
Nouvelles suites de piéces de clavecin, e rappresenta una delle poche opere in cui Rameau si stacca dalla produzione operistica e teorica per cimentarsi col repertorio cameristico.
Interessante è inoltre notare come l'opera si presentasse non in parti separate ma esclusiamente in partitura, richiedendo l'autore che i musicisti prestassero particolare attenzione al seguirsi reciprocamente durante l'esecuzione.
La parola
'concerto' è qui da intendersi nell'accezione che il termine ebbe in Francia, dove indicò brani realizzabili con vari organici: al clavicembalo si possono unire il flauto traverso, il violino, la viola da gamba, in diverse combinazioni.
In un compact prodotto nel 2002 dall'etichetta Lindoro e contenente tutti e cinque i concerti della raccolta, la clavicembalista francese Françoise Lengellé è affiancata dai due strumenti ad arco, violino e viola da gamba, suonati rispettivamente da
Chiara Banchini e Marianne Müller.