Parchi Nazionali
Un patrimonio dal valore inestimabile non solo per flora e fauna, ma anche per architettura, arte, tradizioni popolari, artigianato ed enogastronomia. Uno strumento fondamentale per la tutela, la conservazione e la promozione del nostro paese. Impara a conoscere l’Italia più bella

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Aree Marine Protette
Il mare protetto italiano, un patrimonio incredibile per ricchezza e varietà di specie animali, vegetali e testimonianze archeologiche, storiche e architettoniche. Scopri cosa sono e dove sono le Aree Marine Protette italiane

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Agire per l'ambiente
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Stili di vita ecocompatibili
L’amore per la natura si vede anche nei piccoli gesti quotidiani. Le nostre scelte di vita infatti possono avere un impatto notevole sull’ambiente senza che noi ne siamo consapevoli. Quali sono allora le scelte “giuste” e ispirate ad uno stile di vita in armonia con l'ambiente?

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Parco Nazionale della Maiella

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    • Regione: Abruzzo
    • Province: Chieti, L'Aquila, Pescara
    • Comuni: 39
    • Estensione: 62.838 ettari
    • Istituzione: L. 06/12/91, n. 394; DD.MM. 04/12/92-04/11/93-22/11/94; D.P.R. 05/06/95
    • Ente gestore: Ente Parco Nazionale della Majella

    Il parco, costituito da quattro grandi catene montuose - La Majella, ampio e compatto massiccio calcareo, il Morrone, ilPorrara e i Monti Pizzi, con le valli e i piani carsici che fra esse si interpongono – insiste per intero sul territorio abruzzese e per posizione geografica, asprezza, vastità e mutevolezza climatica, è sicuramente unico nel suo genere e patrimonio di grande biodiversità. Contiguo al Parco nazionale del Gran Sasso, accoglie il secondo complesso montuoso dell'Appennino e si caratterizza per l’elevata montuosità del suo territorio: ben il 55 percento si trova a quote superiori ai duemila metri. L'intero massiccio della Majella, di pochi metri inferiori al Gran Sasso, si presenta come una gigantesca cupola dall'aspetto compatto, con pendii ripidi in basso e ampi pianori in alto. Nell’antichità, il massiccio montuoso era considerato sacro: il suo nome deriverebbe infatti dalla divinità “Maia”, la Grande Madre, adorata dal popolo greco dei Pelasgi; secondo altre versioni, il nome prenderebbe origine dal “maggiociondolo”, l'albero che in primavera adorna i boschi del luogo. Composto da rocce calcaree, il massiccio era un tempo il basso fondale di un mare tropicale con grandi scogliere coralline, tra le quali si aggiravano pesci e squali, di cui ancora oggi si rinvengono resti fossilizzati. In seguito all’innalzamento dei fondali marini per azione della placca africana in avvicinamento all’Europa, la zona è stata modellata fino a formare una enorme piega, spezzata in più punti, che oggi appare come una grande cupola ellittica. Successivamente le glaciazioni e il carsismo hanno ulteriormente modellato il territorio, scavando enormi grotte e doline negli altipiani.

    La grande escursione altitudinale che contraddistingue il massiccio della Majella ha determinato la presenza di più di 50 habitat. Intorno ai 1800 metri si possono distinguere tre ambienti diversi: le boscaglie alpine, le praterie di altitudine e le brulle pietraie. Le boscaglie sono costituite da pino mugo e ginepro montano, sulle praterie di altitudine si incontrano molte specie di fiori che danno vita a uno degli spettacoli più belli che possa offrire la Majella nel periodo estivo: le entità endemiche per eccellenza sono la Soldanella del Calcare e il Fiordaliso della Majella. Sulle vette più alte, sferzate dal vento e dal gelo per tutto l'anno, dominano le pietraie e fioriscono la rara stella alpina dell'Appennino, il papavero alpino, la genziana e l’astro alpino. Nella fascia compresa tra i 1700 ed i 2300 metri, domina il Pino mugo (comunissimo sulle Alpi, è raro sull’Appennino: si trova solo qui e, con pochissimi esemplari, nel Parco Nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise) con le formazioni - mughete - più estese dell'Appennino, spesso accompagnato da bassi arbusti come il Ginepro nano, il raro Sorbo alpino, l'Uva d'orso, il Ginepro sabino, il Mirtillo. Il paesaggio dominante fino ai 1700-1800 metri è invece la faggeta, arricchita da tasso, agrifoglio, sorbo, acero. Alle quote più basse, incontriamo boschi di cerro e roverella insieme a carpini e ornielli. La specie animale più importante del parco è sicuramente l'orso marsicano. Pochi anni fa sono stati prelevati alcuni camosci dal Parco Nazionale dell'Abruzzo, Lazio e Molise per liberarli in questa area, sperando che col tempo possano tornare a popolare l'intera Maiella. Oltre al camoscio, gli ambienti di alta quota ospitano specie di notevole pregio faunistico, tra cui la famosa Vipera dell’Orsini. Sono inoltre presenti il lupo e il gatto selvatico. Sono stati invece reintrodotti il cervo e il capriolo. Nella foresta vi sono anche volpi, martore, puzzole, ghiri e molti altri piccoli mammiferi. Fra gli uccelli si segnala la presenza dell'aquila, del falco pellegrino, del raro falco lanario e dell'altrettanto raro gufo reale. In alta quota vi è l'unico luogo in Italia dove nidifica il piviere tortolino. Sempre in quota, abbondanti sono le coturnici, i gracchi alpini e corallini.

    I fondovalle umidi sono abitati da anfibi (ululone dal ventre giallo e salamandra pezzata), dal merlo acquaiolo (un piccolo uccello che passeggia sotto l'acqua per procurarsi il cibo) e dalla lontra. In acqua pullulano le rarissime trote italiche e la sottospecie italica del gambero di fiume. Numerosi anche gli insetti endemici. Presenti sulla Majella quasi tutte le farfalle diurne italiane - 116 su 131 - e quasi 700 notturne.

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