[an error occurred while processing this directive]
[an error occurred while processing this directive]
[an error occurred while processing this directive]

Carlo re d'Alemagna

in onda venerdì 21 ottobre alle ore 21,00

Carlo re d'Alemagna

CARLO RE D’ALEMAGNA

Opera in 3 atti, musica di Alessandro Scarlatti (1660-1725)

Libretto di Giuseppe Papis.

Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Bartolomeo gennaio 1716.

Personaggi:

Re Lotario, contralto

Giuditta, vedova dell’Imperatore, soprano

Principessa Gildippe, figlia di Giuditta, mezzosoprano

Principe Adalgiso, figlio di Lotario, mezzosoprano

Berardo, cavaliere, tenore

Aspirando, consigliere, mezzosoprano

Armilla, serva di Giuditta, contralto

Bleso, maestro d’arme di Lotario, basso

Carlo d’Alemagna è un tipico esempio dell’opera barocca, dove ai recitativi è affidato il compito di portare avanti l’azione, mentre nelle arie trova spazio l’approfondimento interiore dei personaggi. Da notare l’organico allargato a una significativa schiera di strumenti a fiato, soluzione che Scarlatti adottò per i titoli successivi al 1700. L’ouverture – eccezionalmente in forma di suite – e alcuni brani strumentali richiamano fortemente i lavori che Händel compose nel periodo Londinese.

L’ARGOMENTO

Per questa sua settantanovesima opera, Alessandro Scarlatti e il librettista Giuseppe Papis scelsero un capitolo poco noto della storia della dinastia Carolingia. Si trattò forse di un tributo al Principe-Elettore della Baviera, allora in visita a Napoli, che vantava la discendenza da Giuditta di Baviera, principale figura femminile nell’opera.
La vicenda ruota intorno alla figura di Carlo, il futuro Carlo II imperatore del Sacro Romano Impero, più conosciuto con il nome di Carlo il Calvo. Da notare come si tratti di un ruolo silenzioso, essendo costui – figlio di Giuditta e di Ludovico il Pio – appena un ragazzo, dunque un giovanissimo re, quando si svolge l’azione. Trame e intrighi non mancano, dal momento che Lotario, fratellastro del giovane re e molto più grande di lui, brama il trono. Per raggiungere l’obiettivo è pronto all’infanticidio e a sposare la matrigna rimasta vedova. La storia ha in effetti qualche riferimento storico, dal momento che l’imperatore Lotario I salì in effetti al trono nell’823, seguito da suo figlio Luigi II (nell’opera è Adalgiso), mentre Carlo II – figlio di Ludovico il Pio e della sua seconda moglie Giuditta – riuscirà a venire a capo di lunghe lotte familiari solo nell’875, quando riceverà la corona reale e le insegne imperiali, ma morirà solo due anno dopo. Nell’opera Adalgiso (figlio di Lotario) e Gildippe (figlia di Giuditta avuta da un precedente matrimonio) vedono minacciato il loro fidanzamento a causa della rivelazione di un traditore che accusa Giuditta di essere l’amante del cavaliere Berardo. Ma alla fine il perfido Aspirando, l’accusatore di Giuditta, viene smascherato, l’onore di Giuditta è salvo, Lotario si pente e i due giovani si possono sposare. Persino il matrimonio dei personaggi comici di Armilla (la serva di Giuditta) e di Bleso (il maestro d’armi di Lotario) è nell’aria, ma… Armilla preferisce rimandare la decisione alla… prossima rappresentazione dell’opera!

[an error occurred while processing this directive]