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Grandi direttori: Roger Norrington

in onda venerdì 9 novembre alle ore 12,00

Grandi direttori: Roger Norrington Il direttore d'orchestra inglese Roger Norrington ha il curriculum dei pionieri dell' antico che entrano nella musica con la pratica artigiana di uno strumento e rivoluzionano dall' interno ogni prassi esecutiva. Laurea il lettere a Cambridge, violinista e tenore, nel 1962 ha fondato un coro antico, lo Schütz Choir (poi Schütz Choir of London) e nel 1978 un' orchestra con strumenti barocchi, i London Classical Players, con i quali ha potuto realizzare le proprie idee musicali basate sulla fedeltà assoluta alla partitura dell'autore.

Le registrazioni delle sinfonie beethoveniane incise con i London Classical Players seguendo le indicazioni metronomiche del compositore, ritenute fino a quel momento non praticabili, hanno segnato un'epoca e dato vita a un vivace e, da qualunque lato lo si voglia vedere, fruttuoso dibattito sulle modalità esecutive della musica antica. Il risultato sonoro asciutto e aspro ha urtato la sensibilità di molti tradizionalisti, ma ha indubbiamente portato una ventata di novità, anche se il direttore inglese osservava: "Il punto non è essere diversi... il punto è di cercare di essere veri, di essere onesti" .

Parte di quella rivoluzione interpretativa è stata la cosiddetta "guerra del vibrato", che Norrington voleva limitare o addirittura eliminare completamente nelle esecuzioni sinfoniche. "Il fatto è che le orchestre non hanno usato il vibrato fino agli anni '30 del novecento. E' una moda, come il fumo, che tra l'altro si è diffuso nello stesso periodo. Ma immaginate un mondo senza vibrato" .

Altro punto centrale della sua concezione musicale è l'impiego di strumenti d'epoca. E anche quando non si usano strumenti d'epoca per affrontare una nuova composizione, sostiene Norrington, "e' importante leggerla due o tre volte con gli strumenti d' epoca, per sentire come doveva suonare per l'autore, quindi la si cerca sugli strumenti moderni".

Roger Norrington è stato Direttore Principale della Bournemouth Sinfonietta dal 1985 al 1989, tra il 1990 e il 1994 direttore musicale della Orchestra of St. Luke's. Nel 1998 ha assunto la carca di Direttore Principale della Stuttgart Radio Symphony Orchestra e nel 2006 è divenuto Artistic Advisor della Handel and Haydn Society.

Alla testa della 'sua' orchestra dei London Classical Players lo ascolteremo oggi eseguire la sinfonia dall'opera La scala di seta di Gioachino Rossini e il Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 in si bemolle maggiore op. 19 di Ludwig van Beethoven.

A chiusura di programma ascolteremo la Sinfonia fantastica op. 14 di Hector Berlioz. Il titolo originario "Episodi della vita di un artista, sinfonia fantastica in cinque parti" indica come la partitura sia nata sull'onda della suggestione provocata da un programma scritto dallo stesso autore. L'opera, che inaugura le composizioni a programma di Berlioz, ha un'idea fissa (idée fixe) che collega le cinque parti con un pensiero musicale che nella mente del protagonista si associa sempre alla donna amata.

Riferimenti autobiografici e infatuazioni letterarie si vanno a sommare in questa esaltante e a tratti delirante opera ai principi compositivi che Berlioz apprese da Jean-Francois Lesueur, il quale, sulla scia della tradizione descrittiva musica francese, gli trasmise l'idea di attribuire un determinato soggetto alla musica.


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