Figura di estremo rilievo nell'arte violinistica italiana del Settecento, Giuseppe Tartini nacque a Pirano d'Istria nel 1692, e dopo alterne vicende che lo portarono in centro Italia, nel 1721 fu assunto presso la Basilica di S. Antonio a Padova, dove prestò servizio fino al 1765, e dove rimase ancora per una decina d'anni, fino all'anno della morte, il 1770.

All'interno della copiosa produzione strumentale che Tartini lasciò, meritano di essere ricordate le due raccolte rispettivamente pubblicate nel 1734 e 1745 come opera I e II: si tratta di "Sonate a violino e violoncello o cembalo", come recitano i frontespizi, e rappresentano, pur nella diversità stilistica tra le due opere, uno dei momenti di maggior fulgore dell'originalissima sensibilità musicale del compositore e teorico istriano.

Nell'esecuzione proposta, in un compact prodotto dall'etichetta Arcana nel 2003, da Enrico Gatti, insieme a Gaetano Nasillo e Guido Morini, spiccano la ricerca della naturalezza di una tecnica strumentale pur complessa e la ricchezza di 'diminuzioni' affidate al violino, specialmente nei movimenti lenti, come prescritto dai canoni della migliore arte violinistica italiana del tempo.