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I Tir e gli autisti a chilometraggio illimitato venuti dall'Est

Dario Di Vico - Corriere della Sera

A un passo dal coma etilico era stato ricoverato all’ospedale di Vercelli dopo aver fatto strage sulla Torino-Milano: Emil Volfe, 63 anni, sloveno, ha ucciso due persone e falciato con il suo Tir tre bambini che lottano per restare in vita. È un mondo di camionisti improvvisati che vengono da Romania, Serbia, Bulgaria o Slovacchia. Per 500 euro al mese lavorano senza regole. Sono reclutati da agenzie interinali che a loro volta contattano direttamente le ditte italiane offrendo un «dumping umano» a chilometraggio illimitato.

In Italia esiste presso il ministero dei Trasporti un albo dell’autotrasporto ma non siamo in grado di sapere quanti ditte dell’Est europeo lavorano da noi e quanti sono i camionisti con la stessa provenienza geografica che percorrono quotidianamente le nostre autostrade. Secondo le stime che circolano nel settore questi ultimi dovrebbero essere all’incirca 10 mila, un numero che sarebbe cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi 5 anni.

Come si sa la logistica italiana è il regno del massimo ribasso e dei prezzi stracciati che producono però la massima insicurezza sulle strade. Perché i camionisti che vengono da Romania, Serbia, Bulgaria o Slovacchia, prendono tutt’al più 500 euro al mese e in cambio non osservano i più elementari turni di guida e riposo. I controlli, secondo la denuncia delle associazioni italiane della categoria, sono pressoché inesistenti e il cronotachigrafo, una sorta di scatola nera presente su ogni camion, viene sistematicamente e facilmente manomesso.

A offrire questi lavoratori alle ditte italiane di trasporto sono agenzie interinali prevalentemente romene che si presentano così: «Licenziate i vostri dipendenti e assumete quelli che vi proponiamo noi a metà del salario e un quarto dei contributi. Se proprio non volete buttare sulla strada i vostri connazionali, licenziateli lo stesso e li assumiamo noi ma con le nostre leggi del lavoro. Risparmiate comunque». I camionisti dell’Est sono per lo più ex agricoltori, ex operai ed ex poliziotti che si sono improvvisati autisti e sono stati reclutati da agenzie senza scrupoli o dalle aziende dei trasporti di Stato dei loro Paesi che sono state privatizzate e si sono buttate a corpo morto sul mercato italiano, francese e tedesco. Contattando direttamente le imprese committenti e offrendo di fatto «dumping umano» a chilometraggio illimitato. L’unica strada per venirne a capo passerebbe da Bruxelles ovvero da un’armonizzazione europea di costi e regole che però oggi sembra lontana da venire. E a rendere ancora più preoccupante lo scenario vanno aggiunti i ritardi di efficienza e trasparenza della nostra logistica, dove broker, spedizionieri e agenzie visti da fuori sembrano altrettanti cani che si azzannano per conquistare un osso con poca carne attorno.

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