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Händel, Rolli e Deidamia

venerdì 2 aprile sul 5 Canale della Filodiffusione alle ore 20 per La memoria e l'invenzione

Händel, Rolli e DeidamiaDeidamia, l'ultima opera di Georg Friedrich Händel, è stato uno dei capolavori riscoperti nel Novecento del grande musicista tedesco, attivo in Inghilterra per la maggior parte della propria vita.

Andata in scena a Londra il 10 gennaio del 1741, essa si colloca nel periodo della produzione händeliana che vede la nascita dei grandi oratori sacri, il Saul, l'Israele in Egitto, il Messiah, il Samson, e di importanti composizioni come la Ode per il giorno di Santa Cecilia e il concerto L'Allegro, il Pensieroso ed il Moderato.

Il libretto è l'ultima opera anche di un importante letterato romano contemporaneo e della stessa scuola poetica del Metastasio, quel Paolo Rolli, figura di nuovo intellettuale dell'Arcadia, che anticipa con straordinario intuito la funzione sociale che gli sarà propria nell'Illuminismo cosmopolita.

E presumibilmente proprio in questo incontro e nella particolarità delle vicende delle due carriere, per altro già annodatesi e scontratesi in periodi alterni, nasce l'aria ambigua ed affascinante di quest'opera, summa compositiva musicale e letteraria ma allo stesso tempo banco di prova di sperimentazioni e intuizioni ardite, di soluzioni moderne, di sintesi musicali, letterarie e filosofiche.

Vicenda che, per certi versi, ricorda l'ultimo canto rossiniano e l'incredibile vicende del Guillaume Tell.

E' infatti proprio di quest'opera sul versante musicale un utilizzo dell'orchestrazione che oscilla tra innovazioni e tradizione, una fiorire melodico raffinato e composto, un seguire le trame letterarie con equilibrio e essenzialità, e sul versante poetico l'abbandono, per certi versi, della rigida forma chiusa, un uso colloquiale del metro poetico, un costante controllo della poetica degli affetti e una originale trama di uno dei soggetti maggiormente utilizzati dall'opera seria.

Chiusura di un'epoca, dunque, come nelle parole di Alan Curtis, direttore di questa edizione ripresa nel Teatro dei Rozzi in Siena nel luglio del 2002, la fine "dell'età aurea dell'era barocca che era cominciata grandiosamente con il capolavoro di Monteverdi Orfeo ed era continuata con lavori più popolari di suoi colleghi come La finta pazza di Sacrati, un'altra versione operistica della storia di Achille e Deidamia sull'isola di Sciro".

Abbandonata sostanzialmente nell'Ottocento, la prima ripresa moderna è del 1953, ad Hannover seguita dalla ripresa londinese del 1955, prima di essere rappresentata di nuovo in alcuni cartelloni internazionali. L'opera, tuttavia, non meritava questo destino. Oltre all'incontro di due grandi vecchi, l'opera respira interamente del clima più moderno del Settecento europeo.



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