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GIULIO DELFINO


GIULIO DELFINO
inviato e radiocronista calcio e formula 1


Sono nato e cresciuto a Roma e mi sono innamorato del calcio più di una volta. Mi hanno emozionato l'Italia mondiale di Bearzot, la Roma campione di Falcao, il Pescara di Galeone, il Milan di Sacchi e Van Basten, il Napoli di Maradona. Mi ritengo molto fortunato nel poter fare questo lavoro ma rimpiango di non essere nato 20 anni prima, e di non aver potuto raccontare le gesta di Maradona, Platini, Falcao, Van Basten, quando il calcio era solo alla radio, quando negli stadi non c'erano barriere e le maglie erano dalla 1 
alla 11. Lo ammetto, sono un nostalgico, mi mancano le vecchie sigle di Stadio Sprint e della DS, ma mi ritengo un privilegiato per aver cominciato questo mestiere al fianco di miti della radio come Ciotti e Ameri. 

Ho iniziato con il ciclismo, assieme al maestro Provenzali, innamorandomi di uno sport fantastico ma purtroppo inquinato. Chiappucci, Pantani, Indurain, Bugno; vederli da vicino, in moto, mentre raccontavo le loro imprese al Giro o al Tour è stata la mia palestra. Poi tanto calcio e soprattutto 20 anni di F1, con il ritorno al mondiale della Ferrari di Schumacher. Saperlo in quelle condizioni mi rende davvero molto triste. 

La vita a volte è davvero strana, e lo sport riserva sempre delle storie incredibili da raccontare, per questo amo la radio che, ad oggi, non ho mai tradito per laa TV.


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