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Mattarella: "Insegniamo l'italiano ai migranti"

di Umberto Rosso - la Repubblica

Mattarella: "Insegniamo l'italiano ai migranti"

Milano. Un appello, che arriva dalla più alta carica istituzionale, per dare senso concreto e compiuto alla parola integrazione. “Credo che dovremmo essere più impegnati nel promuovere ed assicurare la conoscenza della nostra lingua agli immigrati che si insediano nel nostro Paese”. E, aggiunge Sergio Mattarella, “non serviranno muri né volgere la testa all’indietro” per fermare l’avanzata della globalizzazione, un monito che sembrerebbe indirizzato soprattutto alle “barricate” dei leghisti.

Il Capo dello Stato scegli la tribuna della Società Dante Alighieri, riunita a Milano per il convegno in difesa della lingua italiana, per dare una scossa alla operazione-integrazione. Sollecitando tutto il nostro sistema, a cominciare dalla scuole, ad aprire le porte all’insegnamento dell’Italiano. Concetti che il Capo dello Stato forse riprenderà anche domani, quando per la prima volta andrà ad inaugurare l’anno scolastico sotto il Vesuvio, nel quartiere a rischio di Ponticelli (ieri è andato a trovare in ospedale a Napoli il poliziotto ferito a Fuorigrotta). Per le comunità che arrivano nel nostro Paese l’italiano “è diventato la lingua della reciproca comunicazione”. Comunicazione “significa conoscenza e la conoscenza abbatte i muri della diffidenza e della paura”. Previene la formazione di ghetti “che sono innanzitutto linguistici e culturali”.  Mattarella richiama l’Italia “a fare squadra”, perché proprio nel clima di polemiche permanenti il Capo dello Stato individua “l’autentico limite italiano, presi dalle nostre divisioni non di rado artificiose”. E invoca “una classe dirigente lungimirante”. Per assicurare anche ai nostri figli un futuro di pace e benessere “non serviranno persone con la testa volta all’indietro, condannati a camminare a ritroso”. Un’immagine, “posso dirlo in questo luogo” che fa venire in mente la condanna comminata a gli indovini descritti da Dante nel XX Canto dell’Inferno.

Nel mondo del resto, c’è un”una forte domanda di Italia”, maggiore di quella che noi percepiamo”. E la  nostra lingua, la quarta più studiata nel mondo, fa parte di questa richiesta di Italia. Andrea Riccardi, l’ex ministro che guida la Dante Alighieri, però fa un po’ di conti fra quanto (molte centinaia di milioni) investono gli altri Paesi europei in iniziative a favore della loro lingua e quanto spende il nostro: 600mila euro.

Lo Stato deve fare di più concorda Mattarella ma non è soltanto una questione di fondi. “Servono idee, entusiasmo, proposte. Anche qui sarà soprattutto necessario fare sistema”. 

sito di Repubblica 
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