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I tre grandi dell'85

È un anno importante il 1685, (e ben lo sa chi si occupa di musica) poiché quell'anno diede i natali a tre dei maggiori compositori dell'epoca barocca: Georg Friedrich Haendel nato il 23 febbraio, Johann Sebastian Bach (21 marzo), e Domenico Scarlatti (26 ottobre); a loro dedichiamo oggi la nostra trasmissione.

In onore al grande Corelli, padre universale della musica strumentale e del genere del concerto grosso, da lui reso perfetto nella sua opera 6, Haendel compone nel 1739 i "Twelve Grand Concertos in Seven Parts op. 6", traducendo la definizione italiana in modo da sottolinearne la voluta importanza e grandiosità.

Il compositore, che versava allora in pessime acque, ebbe bisogno di una sottoscrizione pubblica per portare a termine la pubblicazione dei concerti, che restano una delle raccolte fondamentali nel genere del concerto barocco; in essi gli elementi della tradizione corelliana sono fusi in geniale connubio con una visione sinfonica e dinamico-teatrale decisamente innovativa.

L'ambito operistico è un settore importante del catalogo di Haendel, che nel 1712 trasse dal celebre soggetto di Giovan Battista Guarini la sua opera "Il Pastor Fido"; Amarilli, Mirtillo e Dorinda popolano il Paese d'Arcadiain cui si ambienta l'opera, la quale, dopo il grande successo del "Rinaldo", venne severamente criticata: "La scena rappresentava soltanto il paesaggio dell'Arcadia. I costumi erano vecchi, l'opera breve"; Haendel ne farà una revisione vent'anni dopo, aggiungendovi molti brani strumentali.

E' possibile che Haendel, artista di successo nelle corti di tutta Europa, vedesse in Johann Sebastian Bach un anonimo Kapellmeister di cui pure riconosceva l'abilità nel contrappunto e nelle fughe; per molto tempo - soprattutto nel periodo romantico - studiosi e appassionati hanno rimproverato a Haendel di aver in certo modo ignorato la personalità del collega, avvalorando questa tesi con episodi biografici (un mancato incontro che costò a Bach un viaggio di oltre 20 miglia, il rifiuto di Haendel di un invito rivoltogli dal primogenito di Bach) in realtà solo parzialmente documentati.

Proprio al suo primo figlio, Wilhelm Friedmann Johann Sebastian Bach dedicò una serie di composizioni per clavicembalo che chiamò "büchlein" (libretto), quasi a sminuirne l'importanza; questo genere di raccolte, che annovera anche l'"Orgelbüchlein" e il Klavier-büchlein für Anna Magdalena", se hanno apparentemente un semplice fine ricreativo o didattico, contengono autentici tesori.

Il genere della Suite, che alterna brevi danze diverse tra loro per ritmo e per carattere, è una delle creazioni seicentesche di maggior successo: Bach ne compose per strumento solo, formazioni cameristiche varie e per orchestra; queste ultime, denominate anche Ouvertures o Sinfonie, sono alla fine del suo catalogo, quasi ad ipotetico ponte tra il mondo barocco ed il sinfonismo dell'età classica.

Domenico Scarlatti è figura basilare nella musica per gli strumenti a tastiera; la sua celebre raccolta di sonate di conosciuta col nome di Essercizi per gravicembalo, pubblicata a Londra nel 1738, pare influenzò i concerti haendeliani citati prima; tra i due compositori avvenne a Roma nel 1709 una tenzone musicale in cui la gara all'organo fu vinta dal Caro Sassone.

Sull'esito della disputa clavicembalistica tra Haendel e Scarlatti non si hanno dati certi, ma si sa che l'italiano in tarda età esprimeva la sua ammirazione per il teutonico collega facendosi addirittura col segno di croce ogni volta che lo sentiva nominare; il nostro ultimo ascolto è affidato a Carlo Zecchi, grande interprete scarlattiano, che propone una interessante incisione su piano Welte-Mignon.
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