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Myung-Whun Chung a Parigi

in onda giovedì 5 novembre alle ore 21,00

Myung-Whun Chung a Parigi Il direttore d'orchestra Myung-Whun Chung è coreano di nascita (classe 1953) ma si potrebbe decisamente definire, come molti grandi del podio, cittadino onorario di molte città, vissute nel rapporto con le grandi istituzioni musicali e le orchestre; nel suo caso ricordiamo soprattutto Saarbrucken, Firenze, Parigi, Roma, Milano; oggi - come già nella trasmissione del 3 ottobre scorso - incontreremo Chung a Parigi, dove egli diresse l'Orchestra dell'Opéra Bastille dal 1989 al 1994.

Nel traffico parigino la trasparente ed ultramoderna costruzione dell'Opéra Bastille fa da contraltare all'antico Palais Garnier; sono questi i due teatri principali dell'Opera National de Paris, istituzione voluta da Luigi XIV nel 1669; la sala grande dell'Opéra Bastille fu inaugurata nel 1989 con un'opera di Hector Berlioz, e con questo autore si apre la trasmissione odierna.

Aroldo in Italia, Sinfonia Concertante op. 16 è una composizione ispirata al testo di Gorge Byron che Berlioz compose nel 1834, sulla scorta delle suggestioni del suo viaggio in Italia; vinto il Prix de Rome nel 1830 egli abitò la capitale nei due anni seguenti, e questa permanenza lasciò un segno indelebile nel musicista che, per quanto non ritornò più in Italia, pure presenta in molte sue composizioni, anche posteriori, forti influenze ascrivibili al clima del nostro splendido Paese.

In verità l'Aroldo di Berlioz era nato sotto esplicita richiesta del grande Paganini, che aveva detto al collega: "Ho una viola bellissima, una superba Stradivari, che vorrei suonare in pubblico. Ma non ho musica pronta. Non vorreste scrivere un assolo di viola per me? Siete l'unico di cui possa fidarmi"; naturalmente Berlioz si schernì, ma Paganini - che non aveva alcuna voglia di comporre in quel periodo - insistette ed ottenne la sua musica.

In realtà il grande violinista rigettò l'Aroldo (che non è un concerto vero e proprio ma una serie di scene orchestrali in cui la viola ha funzione, per quanto importante, decisamente concertante) per prevedibili motivi: "Questo non si può fare. Sto in silenzio per troppo tempo. Io ho bisogno di suonare continuamente..."

Questa composizione è caratterizzata da una controllata e dolce malinconia, ben lontana dagli accenti estremi della Sinfonia Fantastica, cosa che ne fa una delle opere più poetiche di Berlioz; la ascolteremo nell'esecuzione del violista Laurent Verney diretto da Chung insieme all'Orchestra dell'Opéra Bastille.

Ancora francese è il secondo brano, anch'esso legato ad un testo letterario; si tratta de L'Arlesienne, Suite n. 1 dalle musiche di scena per il dramma di Daudet di Georges Bizet; lo scrittore aveva tratto nel 1872 dalla propria novella una pièce teatrale in tre atti allestita al Theatre de Vaudeville, per la quale il celebre impresario Carvalho richiese un commento musicale a Bizet, che fu subito ispirato dall'alta qualità letteraria del libretto.

Le musiche di scena (condensate da Bizet in questa prima Suite cui se ne aggiunse dopo la sua morte una seconda, ad opera di Ernest Guiraud) ben riflettono le mutevoli e contrastanti atmosfere del testo, nonché l'abilità compositiva del musicista francese, raffinatissimo sia nelle scene di genere agreste che nei momenti di dualistico conflitto psicologico.

Conclude della puntata un'altra Suite, tratta dal celebre balletto di Igor Stravinsky L'Uccello di fuoco; si tratta della seconda Suite da concerto approntata dall'autore in Svizzera nel 1919, che segue la prima grande suite orchestrale del 1911, a sua volta realizzata meno di un anno dopo la prima esaltante rappresentazione dei Ballets Russes di Diaghilev; la ascolteremo nella direzione di Chung con l'Opéra Bastille in una registrazione del 1992.
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