Al poema in cui l'Ariosto aveva cantato in modo ormai eterno
"le donne, i cavallier, l'arme, gli amori si interessò anche
Georg Friederich Haendel, e più volte, traendo dall'
"Orlando Furioso" ispirazione per ben tre opere scritte per il teatro.
Ancor più che nell'
"Orlando" (1733) e nell'
"Ariodante" (1735 ), nell'
"Alcina"(sempre del 1735) Haendel coglie e sottolinea i copiosi elementi fantastici del poema ariostesco, utilizzando - oltre a coro e balletto, che sono inseriti all'interno della narrazione drammatica - macchine sceniche dall'effetto assai spettacolare.
L'importanza nelle opere barocche di scene e costumi- purtroppo non visibili nelle nostre trasmissioni - ci viene confermata da Franco Zeffirelli, nel suo ricordo della costumista Anna Anni:
"All' Alcina di Haendel con Joan Sutherland nel '60, [al Teatro La Fenice di Venezia, n.d.r.] rischiammo di non andare in scena perché travolta dalle centinaia di costumi meravigliosi a cui stava lavorando, si era semplicemente dimenticata dei costumi della protagonista. La dovetti chiudere a chiave in sartoria per due notti. Fu un trionfo".