Nel primo incontro con Giacomo Puccini abbiamo abbiamo lasciato il musicista lucchese in quel di Milano, dove nel 1883 il giovane finisce i suoi studi diplomandosi in Composizione con un apprezzato "Capriccio Sinfonico".

In quello stesso anno Puccini partecipa al concorso della rivista musicale Teatro Illustrato" per un'opera in un atto con una parte sinfonica, e si mette al lavoro sul libretto fornitogli da Ferdinando Fontana; la storia si basa sulla leggenda delle misteriose Villi, tristi personaggi femminili traditi in vita dagli amanti, che di loro si vendicano costringendoli a frenetiche danze mortali, quella stessa storia che aveva ispirato 40 anni prima il celebre balletto di Adam "Giselle".

L'opera presentava elementi interessanti di novità, riportati poi dalla critica italiana allo stile wagneriano: l'adozione di soggetti leggendari di ispirazione nordica, la funzione motivica di temi musicali ricorrenti, l'inserimento di ampie scene solistiche e la presenza di brani sinfonico-descrittivi; qualche anno più tardi Puccini ebbe a lamentarsi poiché "Le Villi hanno iniziato il tipo che oggi si chiama "mascagnano" e nessuno mi ha reso giustizia".

Le Willis - questo il titolo iniziale dell'opera - non venne neppure considerata dalla giuria, e gli amici di Puccini, tra cui il librettista Fontana ed Amilcare Ponchielli, organizzarono una serata musicale durante la quale Puccini suonò e cantò la sua opera davanti a Boito ed altri artisti e intellettuali di Milano; il successo della serata portò ad una raccolta di fondi per promuovere una rappresentazione dell'atto unico, che nel maggio 1884 andò in scena al Teatro Dal Verme (dove in orchestra, tra i contrabbassi, suonava anche Pietro Mascagni).

Attorno all'allestimento era stato fatto un gran clamore, e l'impresario aveva calcato la mano sul fatto che solo per un grave errore di valutazione l'opera non era stata premiata né menzionata al concorso Sonzogno; la prima fu un successo clamoroso, di pubblico e di critica: Puccini venne definito dalla stampa "il compositore che l'Italia stava aspettando" e si disse: "l'opera di Puccini è un piccolo prezioso capolavoro dall'inizio alla fine"; quella sera Giacomo così telegrafò alla madre: "Successo clamoroso. Diciotto chiamate. Ripetuto tre volte finale primo. Sono felice."

Puccini ottenne così il suo primo contratto con l'editore Ricordi; in seguito l'opera prese una struttura in due atti, cambiò il titolo con "Le Villi" e venne modificata più volte, con aggiunta di arie e scene; ne ricordiamo le rappresentazioni ad Amburgo nel 1892 sotto la direzione di Gustav Mahler, e al Metropolitan di New York nel 1908 con Arturo Toscanini.

Edgar, seconda opera in programma oggi, era stata commissionata da Giulio Ricordi - che difenderà sempre l'operato del suo pupillo - ma nel libretto di Fontana il poema drammatico di Alphonse De Musset era divenuto un grand-opéra che mal si confaceva all'ispirazione pucciniana.

Rappresentata senza successo alla Scala nel 1889, non ebbe mai propriamente fortuna, nonostante le numerose rielaborazioni e l'impegno di Puccini, che così scrive nel '91 al sindaco di Lucca: "Gli artisti furono caparrati dall'impresario dietro mia indicazione volendo con ciò tutelare la buona riuscita dello spettacolo che, le assicuro fin d'ora, sarà di primo ordine - Aggiungo che di persona accudirò alle prove acciò lo spettacolo riesca di decoro cittadino e degno delle Tradizioni del nostro teatro".

Quest'opera rimarrà per Puccini un momento irrisolto della propria vita artistica, tanto che nel regalare ad un'amica lo spartito le scriverà: "E Dio ti guardi da quest'opera"; nella musica non mancano momenti di alta ispirazione, tanto che Arturo Toscanini sceglierà proprio il "Requiem" dal III atto per accompagnare nel duomo di Milano, il 29 novembre 1924, i funerali di Puccini.

150° Anniversario Giacomo Puccini

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