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L'Ottava di Bruckner e Karajan

in onda sabato 5 ottobre alle ore 15,30

L'Ottava di Bruckner e Karajan

"Una completa vittoria della luce contro l'oscurità": queste le parole con le quali il musicista austriaco Hugo Wolf stigmatizzò una composizione del suo conterraneo Anton Bruckner eseguita per la prima volta a Vienna il 18 dicembre del 1892; si trattava della Sinfonia n. 8 in do minore che è oggetto del nostro ascolto di oggi.

La Sinfonia aveva avuto una storia assai travagliata, concepita com'era come opera assolutamente grandiosa; su di essa Bruckner aveva lavorato per tre anni, dal 1884 all'87, e nella sua prima versione la partitura, per la sua lunghezza (2.080 battute, quasi un'ora e mezza di musica) e per la sua amplissima strumentazione era insolitamente monumentale, tanto da apparire ad Hermann Levi, storico direttore d'orchestra cui Bruckner si era rivolto, del tutto ineseguibile.

Il direttore, che pure aveva tenuto a battesimo il wagneriano Parsifal e sotto la cui bacchetta Bruckner aveva trionfato a Monaco con la sua Settima Sinfonia, comunicò le sue impressioni sul lavoro al compositore in modo indiretto, scrivendo al suo allievo Franck Schalk: "Non riesco a venire a capo dell'Ottava Sinfonia, non ho il coraggio di eseguirla. L'ho studiata per giorni e giorni, ma proprio non riesco a farmela entrare in testa"; da qui il suo rifiuto dell'esecuzione, unito al consiglio di una radicale revisione.

Bruckner appronta così nel 1890 una versione ampiamente rimaneggiata, decurtata di ben 180 battute e con ritocchi alla strumentazione; due anni dopo la partitura viene pubblicata - con ulteriori modifiche - a spese dell'Imperatore Francesco Giuseppe, cui la Sinfonia è dedicata, e che aveva conferito a Bruckner una laurea honoris causa, procuratogli un vitalizio nonché la bella casa viennese del Belvedere dove il compositore morirà nel 1896.

L'esecuzione dell'Ottava Sinfonia sotto la direzione di Hans Richter con i Filarmonici di Berlino fu un totale trionfo, nonostante in quel periodo il genio austriaco fosse stato più volte assalito dagli strali feroci del potente critico Hanslick, che aveva definito Bruckner un "immane serpente sinfonico" e le sue sinfonie come "artificiose, torturate, in una parola perniciose, ma a tratti sapienti, geniali, interessanti"; Bruckner concluderà, come abbiamo visto, la sua esistenza pochi anni dopo, avendo raggiunto fama e successo in tutta Europa, in America ed infine anche nella natia Vienna.

La storia editoriale della Sinfonia n. 8 non si concluderà che nel 1972, quando - dopo una edizione critica del '38 ed una nuova revisione del '55 - viene pubblicata la versione originale del 1887; di questa Sinfonia le incisioni discografiche presentano, sotto la guida dei più importanti direttori, ora la prima ora la seconda versione.

L'interpretazione che vi presentiamo oggi è firmata da Herbert von Karajan, uno degli interpreti più ispirati della musica di Bruckner, che ha voluto firmare le sue interpretazioni delle Sinfonie di Bruckner non solo su disco ma anche in immagini, in video dei quali è anche il regista.

Di questa Ottava Sinfonia Karajan aveva già inciso la versione del 1890 nel 1957, all'inizio della sua collaborazione con i Berliner Philharmoniker, ed altre incisioni risalgono al 1975; a fronte di una trionfale serie di concerti, solo un anno prima della morte, nel 1988 Karajan vuole riaffermare, proprio con quei Wiener Philharmoniker eredi dell'orchestra che l'aveva tenuta a battesimo, una sua nitidissima visione di questa Sinfonia, che il direttore tedesco ha voluto come compagna lungo tutta la sua carriera.

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